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La Goggia cerca l'oro in fondo a tanti podi "Ma non voglio strafare"

"La caccia a una vittoria non mi ossessiona Scendo serena perché avrò quattro chance"

La Goggia cerca l'oro in fondo a tanti podi "Ma non voglio strafare"

Trovare un'altra America in Engadina. L'obiettivo geografico di Sofia Goggia è chiaro: «Vivere i Mondiali con la serenità che avevo negli Stati Uniti ad inizio stagione». Cominciò allora, con i primi tre podi, la sua striscia brillante di risultati che ora, dopo Cortina, sono saliti a quota nove. Cinque volte seconda, quattro volte terza, a podio in quattro discipline. Come lei nessuna italiana mai; davanti a lei, nella vie en rose della classifica generale, solo e di nuovo l'America di Mikaela Shiffrin e la svizzera di casa, Lara Gut. Per ora, però, la classifica di Coppa resta buona per le statistiche. Sofia da Bergamo, classe 1992, sa che si può fare. «Ma non strafare». Accarezzarli va bene, «Basta, però, superare i limiti» come un tempo, quando poi dietro alle curve più dure si sono parati tanti infortuni.

Oggi cominciano, senza l'antipasto di nessuna prova, i Mondiali di Sankt Moritz. Il superG è fissato per le 12 (Dirette Rai ed Europsort), meteo (in miglioramento) e pulitura pista permettendo. La neve ha cancellato le tracce, ma anche i dubbi: «Sono serena, arrivo alla gara a cuor leggero: per ora non mi sembra nemmeno un Mondiale, proverò ad affrontare la gara come le altre anche se un pizzico di agitazione c'è».

Gli ultimi Mondiali, a 21 anni, intanto se li ricorda ancora: il superG soprattutto! «Ormai è storia: era il 2013, da poco in squadra con le grandi, fui convocata a Schladming e arrivai quarta per 5/100». I greci, che tanto le piacciono, direbbero La favola insegna che, ma lei risponde con la poesia di Kostantinos Kavafis, un greco moderno: «Augurati che il viaggio sia lungo con tutta l'esperienza, saprai già Itaca cosa vuole significare». Come a dire: al traguardo è meglio arrivare dopo aver provato tante cose nella vita. Sankt Moritz poi è petrosa, ma più nevosa di Itaca. «Itaca può essere Sankt Moritz, ma è anche ogni giorno ed è il viaggio di ogni giorno», dice lei nel pomeriggio d'attesa più lungo.

Il viaggio di Sofia, in effetti, fino ad oggi non è stato solo in discesa: sofferenza e sacrifici per tornare ai vertici. Poi sono arrivati la valanga di podi e di complimenti. Fra gli endorsement più pesanti quelli di Deborah Compagnoni che ritiene che Sofia sbagli cose minime e abbia ancora molto margine. Per Alberto Tomba la forza di Sofia sta, invece, nell'essersi rimessa nei ranghi dopo le uscite e il calo di Natale che potevano destabilizzarla. Dallo sci di ieri a quello di oggi, anche Dominik Paris non ha dubbi: «La sua forza è l'atteggiamento con cui affronta le cose».

Da Samedan e dal buen retiro degli azzurri lei ammette: «Non ho il peso di non aver ancora vinto in coppa. Sento di avere le carte in regola per fare bene, ma non ho pressione. Dopo aver digerito tanto dolore, la scorsa è stata la prima stagione piena e quest'anno semplicemente precisa Sofia - mi sto giocando le mie chance». La sua ricetta per i Mondiali è semplice: «Un mix di consapevolezza di ciò che c'è in palio, ma anche di spensieratezza che mi deriva dall'aver fatto bene fino a qui. Me lo ricorderò, quando sarò al cancelletto». Su, a Corviglia, ci salirà per quattro volte, oggi in superG, venerdì per la combinata, domenica per la discesa e ancora settimana prossima in gigante: «Anche questo mi da serenità: ho un poker di possibilità». E pensare che la pista, una lunga cavalcata nel bianco, oltre la quota del bosco, Sofia non la conosce bene: «L'ho fatta una volta in velocità e una in coppa Europa. Domani (oggi ndr) tracciano gli italiani: forse potremo avere qualche indicazione utile».

La sua vittoria è data a 5,50, un suo podio a 2,25. Lindsey Vonn e Lara Gut sono quotate meglio. Lei sorride: al traguardo troverà la sua mentore, quella Tina Maze che, chiudendo la carriera a Maribor le ha passato il testimone dicendo «tocca a te».

Prossima fermata: Itaca, terra d'Engadina.

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