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Gol, corsa e piedi buoni. E c'è anche Sneijder nel risveglio dell'Inter

Doppietta dell'olandese che sente odore di Europei. Il terzo posto è raggiungibile. Ritrovato un gioco da squadra come nel primo tempo contro la Juve. Udinese solita incompiuta

Gol, corsa e piedi buoni. E c'è anche Sneijder nel risveglio dell'Inter

Buon divertimento. Se ci riuscite. La lotta alla zona Champions (che poi è solo il terzo posto) è diventato il campionario dell’indecenza: squadre che da mesi buttano punti e risultati, totalmente inaffidabili. Il ciapanò è un gioco nobile al confronto. E l’Inter se la gode: da Strafalcioni a Strachampions il passo è breve. Buon per lei. Ora la zona «prediletta» è un po’ meno miraggio. C’è di tutto un po’ nella vittoria a Udine, successo pesante che rallegra una stagione e restituisce la sberla dell’andata, l’alleluja di Sneijder tornato al gol, anzi ai gol tanto da raddoppiare il bottino delle precedenti sedici presenze, e ad una partita decente. Aggiungete il festoso volteggiare di Alvarez e Guarin, forze nuove non proprio gente imberbe (28 e 26 anni). Benzina per un’Inter che sta arrancando dall’inizio della stagione.
Squadra scarsa rispetto al passato e alle attese, alla faccia delle presunzioni un po’ infantili di Stramaccioni. Ma squadra che non molla mai.

E ieri ha fatto lezione all’Udinese. È andata sotto, dopo 5 minuti, per una spettacolare sventolona recapitata da Danilo, ha preso fiato ma non si è smontata. E in venti minuti ha capovolto il risultato, lasciandosi trascinare dalla ritrovata vena da goleador del suo olandesino e dalle svagatezze difensive della squadra di Guidolin. Ieri aveva un bel dire ieri il tecnico dell’Udinese. «Ci voleva un time out per riassettarci». Il calcio è gioco che non permette di riprendere fra le mani la testa dei giocatori durante la partita, non è il basket. Le squadre dovrebbero maturare e maturarsi nel tempo.

L’Udinese resta sempre una splendida incompiuta, ogni volta che deva cogliere il frutto ricade sul sedere. Ieri poteva acchiappare la Lazio al terzo posto ed invece si è fatta schiaffeggiare dal calciare frenetico e fremente di Sneijder. Vero è che i friulani hanno vinto una sola partita nelle ultime nove partite, compresa questa. Ma è anche vero che, negli ultimi nove incontri esterni di questa stagione, l’Inter aveva vinto una volta sola.

E non venite a raccontare che tutto sta nel cambio di manico. Sono i giocatori a render forti le squadre, a portarle alla vittoria: chiedere a Ibrahimovic, Messi e Cristiano Ronaldo, magari al lontano Eto’o che regalò ben altra faccia all’Inter. Ed, infatti, alla gente nerazzurra è bastato un pomeriggio di buona lena di Sneijder e gli altri si sono accodati. L’olandesino ha preso a tirare in porta, la specialità prediletta, e ne ha pescato subito un gol che ha rovinato la faccia e la reputazione ad Handanovic. Tiro morbido, ma palla che schizza via e il portiere non acchiappa: falso rimbalzo? palla sgonfia? C’è di tutto.

Diversa invece la raffinatezza dell’altra rete, che ha sfruttato gli svagati appostamenti difensivi dell’Udinese. Sneijder ci ha messo il suo bel piedino con tocco da maestro d’arte, gli altri si sono persi nell’ area loro. Rimessa in corso la partita, il terzo gol è stato gioco da squadra baciata dalla luna: costruito con un esemplare contropiede e da una raffinatezza stilistica di Alvarez, che si è bevuto i difensori e ha addormentato i riflessi di Handanovic rattrappito, perfino, nell’allungare le lunghe braccia.
Il resto è stata musica. Inter galleggiante nel suo brodino e Udinese impegnata a recuperare il tesoro perduto. Sneijder ha continuato il tiro a segno, pur non prendendoci. Di Natale e Floro Flores hanno infilato le unghie in un muro non proprio solido, comunque resistente. L’Inter ha giocato da squadra, come non se ne ricordava da tempo. Forse erano stati così sostenuti e sostanziosi solo i primi trequarti d’ora contro la Juve. E c’era Ranieri in panchina: ogni tanto servirebbe onestà da parte di tutti.

Quella era un’Inter che prometteva molto di più, salvo andare a sbattere contro Del Piero. Questa si è bevuta Di Natale, che pur è tra i cannonieri del campionato e di una squadra che raccoglie sempre elogi. Ma non va mai al dunque. Ideale per le pazzie nerazzurre: stavolta Stramaccioni ha aggiunto tutta la qualità possibile con Sneijder e Alvarez (altro che i ninnoli inutili proposti da Zarate) e ha ritrovato tre gladiatori del centrocampo. L’Udinese ha copiato il peggio del Barcellona, ha pizzicato la difesa di Julio Cesar, più che tirar bordate, e non è riuscita a imporre devastante superiorità sulle fasce e a centrocampo. L’Inter ha ritrovato lo spirito di squadra anche sul campo, non solo in allenamento. E Sneijder sta seriamente pensando agli europei con la sua nazionale.

Così si è deciso a dare una mano: giocando, non solo twittando.

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