Brasile 2014

Goldman Sachs dà la coppa al Brasile

Gli analisti finanziari si giocano il mondiale. Però avevano detto verdeoro anche 4 anni fa

Goldman Sachs dà la coppa al Brasile

Nostro inviato a Rio de Janeiro

Per Goldman Sachs la Coppa è già finita prima ancora di iniziare. La vince il Brasile. Che come conseguenza immediata potrà contare su un forte rialzo della Borsa, ma solo per il primo mese successivo alla finale mondiale. Poi meglio vendere tutto.
Ma quello che stupisce nel corposo studio calcistico-economico realizzato dalla banca d'affari Usa sono le dimensioni del successo verdeoro, che non incontrerà nessun reale ostacolo sulla strada per Rio de Janeiro. Dove il 13 luglio se la vedrà proprio con i rivali di sempre dell'Argentina e se li mangerà per 3-1. Specularmente, il listino di Buenos Aires andrà incontro a forti ribassi.

Posto che a chiunque sia capitato di prendere decisioni finanziarie sulla scorta di report degli analisti finanziari è spesso successo di maledire il giorno che li ha trovati, è interessante capire da dove arriva la sicumera della banca americana e quali sono gli elementi presi in considerazione che portano a pronostici meno incerti di quelli effettuati dai bookmakers sulla base dei comuni ranking calcistici della Fifa. Goldman costruisce un modello statistico che prende in considerazione una serie complessa di dati sportivi, storici ed economici. In particolare, i rapporti di forza tra le nazionali sono calcolati non in assoluto, cioè sulla scorta di tutte le partite giocate, ma relativamente a quelle disputate, di volta in volta, tra i due team destinati a scontrarsi. Inoltre ha un peso importante il rendimento specifico durante le fasi finali dei mondiali. Conta anche dove queste sono state giocate, la nazione e il continente. Per tutti questi motivi, il Brasile non troverà avversari: gioca non solo in Sudamerica, ma addirittura in casa, ed è la squadra con il miglior rendimento nei mondiali e quella che ne ha vinti di più. Non c'è storia: sulle 32 partecipanti, ha il 49% di probabilità di vincere. Per motivi analoghi l'unico avversario è l'Argentina, ma ben distante con solo il 14%. L'Italia, con il suo 1,5%, è destinata a fermarsi ai quarti: seconda nel girone, passa ai rigori con la Colombia ma poi esce con la Spagna. Diversamente, i bookmakers tradizionali danno al Brasile molte meno probabilità: il 25%. Seguito da Germania e Spagna intorno al 12%, con l'Argentina solo terza, al 10%.

Dopodiché si possono anche guadagnare altri soldi: non solo quelli delle scommesse, ma anche in Borsa: Goldman Sachs ha calcolato, sulla base delle statistiche dal 1974 a oggi, che il mercato azionario della nazione con la Coppa in mano nel mese successivo alla finale registra una over-performance del 3,5% rispetto alla media delle altre Borse. Peccato però che, nei successivi 12 mesi, questo vantaggio si perde fino a passare in negativo del 4%.
Molto peggio, naturalmente, va alla finalista sconfitta, la cui Borsa è destinata a fare peggio della media degli indici già dal primo mese (-1,5%), per portarsi addirittura a -5,6% nel giro di tre mesi.

Restano fuori dal radar di previsioni sia sportive, sia economiche le due nazioni più emergenti del nostro tempo: Cina e India.

Goldman se ne occupa chiedendosi quando una di queste nazionali potrebbe essere in grado di qualificarsi e andare vicino alla finale.

Per ora campa cavallo: l'India, che ha un po' di confidenza con il calcio grazie alla colonizzazione inglese, dovrà aspettare per lo meno vent'anni. La Cina ancora di più: si parla di un paio di generazioni.

Tutto chiaro? Ora si può guardare il torneo provando anche a guadagnarci sopra. Tenendo conto, però, che la stessa Goldman Sachs aveva dato vincente il Brasile anche quattro anni fa, in finale contro la Spagna.

Va da sé che da Rio a San Paolo così come da Manaus a Porto Alegre, si fanno gli scongiuri.

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