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Gp Monaco, pole per Ricciardo Vettel secondo, terzo Hamilton

Daniel Ricciardo e il suo sorriso avvertono il mondiale: è pole, ed è pole d'autorità. Senza se e senza ma. L'australiano e la Red Bull sono stati i più veloci sempre

Gp Monaco, pole per Ricciardo Vettel secondo, terzo Hamilton

Benny Casadei Lucchi

nostro inviato a Monte Carlo

Daniel Ricciardo e il suo sorriso avvertono il mondiale: è pole, ed è pole d'autorità. Senza se e senza ma. L'australiano e la Red Bull sono stati i più veloci sempre: nelle libere e in tutte le sessioni di qualifica. “Ci siamo anche noi, è da giovedì che abbiamo lanciato il nostro messaggio. E ho il fuoco dentro” dice il ragazzo. Dietro di lui Vettel e la Ferrari. Seb, non completamente contento del proprio giro, “la prima curva non mi veniva come avrei voluto...”, è riuscito a tenere dietro Hamilton e la Mercedes: terzo tempo per il leader del mondiale (95 punti). Vettel lo insegue distante 17 punti e al via dovrà contare sull'aiuto del compagno per allontanarlo da sé. Raikkonen scatta infatti quarto accanto a Lewis. Dietro di loro Bottas. Ma occhio al giovane intraprendente della Force India, Ocon, e al vecchio astuto della McLaren, Alonso, che seguono subito dietro. Potrebbero regalare sorprese. Non elargirà stavolta sorprese, almeno nella parte alta dello schieramento, Max Verstappen. L'olandesino volante domani partirà dal fondo per non aver preso parte alla qualifica dopo aver distrutto l'auto al termine delle libere. E aveva per le mani una Red Bull da vittoria.

Così la qualifica

Q1 Al primo tentativo Ricciardo è subito davanti nonostante il traffico, seguono Raikkonen (attardato da Bottas) e Alonso. Lontani Vettel (8°), Hamilton (10°) e Bottas (13°). Nel secondo tentativo, Mercedes in allarme per Bottas terribilmente vicino all'esclusione (e sotto esame dei giudici per aver ostacolato Raikkonen). Nel secondo, Ricciardo resta leader (1.12.013), Vettel si piazza secondo (1.12.415) e Bottas reagisce agguantando il terzo tempo davanti ad Hamilton (Raikkonen 6°). Niente da fare per Verstappen: la sua monoposto è rimasta nel box. Domani scatterà dal fondo, tradito dalla sua voglia di strafare nelle libere del mattino.

Q2 Nel primo tentativo svetta ancora Ricciardo (1.11.353), dietro di lui Vettel (1.11.518) e Raikkonen (1.11.937). Panico Mercedes con i propri piloti virtualmente esclusi che tentano la qualifica con le ultrasoft (le ultra 1'' più lente delle hypersoft). Hamilton è 11° (1.12.836), Bottas (14°). Nel secondo tentativo montano anche loro le hyper e sono rispettivamente 4° e 5°. Tornano in pista anche Ricciardo e i due ferraristi. Daniel (1.11.278) e Raikkonen (1.11.391) si migliorano. Finisce con l'australiano in vetta davanti a Kimi, che ha passato Seb, e le due Mercedes.

Q3 Primo tentativo. L'ultimo a entrare in pista è Vettel. Ricciardo rifila 4 decimi al resto dei big. 1.11.810 il suo crono. Seguono Hamilton (1.11.261) e due millesimi dopo, neppure un respiro, Vettel (1.11.263). Tre millesimi ed ecco Raikkonen, più distante Bottas a tre decimi dal connazionale della Ferrari. Secondo tentativo: Ricciardo non si migliora ma resta in pole (1.11.810), Vettel con un giro buono ma non perfetto azzanna la prima fila (1.11.039) e tiene dietro Hamilton (1.11.232), Raikkonen (1.11.266) e Bottas (1.11.441).

Una griglia figlia dei tempi verità del mattino, del crono record di Ricciardo e soprattutto del botto da primato di Verstappen nella terza sesisone di libere, che nei tempi era distante il nulla, un millesimo, dal compagno Red Bull, ma che a 8' dalla fine aveva poi rovinato tutto all'uscita delle piscine, distruggendo la sua RB14 e togliendosi dalla sfida pole del pomeriggio. Un botto record, il suo, perché fotocopia di quello regalato due anni fa, stesso Gp, stesso punto, stessa modalità, con toccata dell'anteriore destra alla chicane e poi dritto senza controllo in uscita contro le barriere. Solo che aveva due anni in meno e gli si potevano perdonare svarioni da troppa gioventù. Ora però non gli si perdona più nulla. O meglio: la critica non è più leggera con lui, mentre il sistema F1, giudici e compagnia, ancora chiudono gli occhi.

Una griglia figlia anche dei giri veloci inanellati dalla Rossa al mattino, che aveva piazzato i suoi piloti a due decimi e rotti (Vettel) e tre e mezzo (Raikkonen) dall'australiano sorridente ed entrambi davanti al duo Mercedes capitanato da Hamilton. Una Ferrari fin qui nervi saldi, nonostante la brutta prestazione di Barcellona, le polemiche poi rientrate sulle gomme e nel mirino dei giudici da tre gare.

Si pensi al no Fia alle alette sugli specchietti retrovisori, ai controlli fatti su batterie, flussi di scarico, fondo.

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