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Gp Monaco, trionfa Ricciardo Vettel secondo, Hamilton terzo

Sorride sempre Daniel Ricciardo. Stavolta sorride di più. Ha vendicato la beffa del 2016, quando per un pit stop sballato del proprio box perse un Gp di Monte Carlo già vinto

Gp Monaco, trionfa Ricciardo Vettel secondo, Hamilton terzo

Benny Casadei Lucchi

nostro inviato a Barcellona

Sorride. Sorride sempre Daniel Ricciardo. Stavolta sorride di più. Ha vendicato la beffa del 2016, quando per un pit stop sballato del proprio box perse un Gp di Monte Carlo già vinto. Sorride perché la Red Bull gli stava da mesi indicando la porta, “se vuoi resti alle nostre condizioni, altrimenti prego andare...” era il senso della trattativa, e invece adesso se lo coccola. Sorride perché vincere qui è la consacrazione per ogni pilota e con il secondo trionfo stagionale Daniel entra di diritto nella lotta iridata. Primo dopo aver sofferto e controllato una Red Bull con problemi di potenza, primo davanti alla Ferrari di Vettel lontana 7'' ma che per metà gara gli era stata addosso a un secondo e mezzo, primo con il leader del mondiale sul gradino basso del podio, Hamilton, distante 17'' (4° Raikkonen). “Incredibile Daniel, hai fatto qualcosa di straordinario, come Schumi nel 1995... e adesso dai la tua scarpa da bere al Principe... Il destino ti ha ridato quel che ti aveva tolto nel 2016” gli dicono dal box. Un messaggio ben diverso da quello scambiato col box una cinquantina di giri prima.

“Sto perdendo potenza, sto perdendo potenza”. Giro 29. La radio di Daniel Ricciardo, il leader della corsa, s'accende all'improvviso, gracchiando. E' infatti questo il momento clou di un Gp di Monte Carlo fin lì noioso e congelato dopo la partenza senza sorprese con Ricciardo subito comodo in testa a controllare Vettel, Hamilton, Raikkonen e Bottas, tutti ordinatamente dietro a distanza di sicurezza e tutti scattati con le morbidissime gomme hypersoft. Poi, d'un tratto, una decina di giri dopo il primo ballo dei pit stop iniziato da Hamilton al 12° (tutti i big passati alle ultrasoft, tranne Bottas su super soft), ecco il colpo di scena: calo di potenza, una marcia in meno, la sesta che non vuole proprio inserirsi.

“Sto perdendo potenza” ripete Daniel. “Stai concentrato” rispondono subito all'australiano dal box Red Bull. Facile a dirsi con Seb Vettel fin lì tenuto a distanza di sicurezza che come per magia gli si incolla addosso. E infatti il box del Cavallino chiama il proprio pilota: “Seb, Ricciardo ha un problema alla power unit”. “Stai concentrato, è un difetto che non possiamo risolvere” ripetono intanto a Ricciardo. Solo che l'andamento controllato dell'australiano adesso rallenta Vettel senza però offrirgli la possibilità di passarlo, ed Hamilton così si avvicina al ferrarista. Davanti girano in 1.20-1.19 alto, dietro in 1.18.500. Sono secondi al giro, sono metri di vantaggio che evaporano. La situazione peggiora al giro 36 per colpa del graining aumentato sulle gomme ultrasoft montate dalla Rossa al primo pit e l'inglese è ormai a 5'', il giro dopo a meno 4, al 38° a meno 3.8 dal tedesco. La Mercedes è sempre più vicina. Per fortuna, i ritmi alti imposti da Ricciardo consentono a Vettel e anche ad Hamilton di pulire le gomme, il graining dà tregua e a venti giri dalla fine il trenino di testa formato dai tre è racchiuso in 4 secondi. Quattro secondi che diventano una quindicina a una manciata di giri dalla fine per via della virtual safety car provocata dal tamponamento Leclerc-Hartley.

E Verstappen partito dal fondo dopo il botto di ieri e le tante polemiche sul suo modo di guidare? Con una macchina da vittoria chiude nono dopo tanti sorpassi e il proverbiale autoscontro con un collega pilota: l'ex compagno in Toro Rosso, Carlo Sainz. Piccolo autoscontro, in piena chicane, giusto per provare il sorpasso del giro dopo.

Bello e ai limiti come sempre, e soprattutto impunito come sempre.

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