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È la grande bellezza del calcio: Sarri in tuta e Zidane il berbero

I destini incrociati di due tecnici che più diversi non si può. L'ex bancario tutto gavetta contro l'ex stella tutto talento

È la grande bellezza del calcio: Sarri in tuta e Zidane il berbero

Quando Zinedine Zidane arrivò in Italia mister 33 di giorno si occupava di transazioni finanziarie per conto della Banca Tosca, detta Monte dei Paschi allora gloriosa e fiorente di denari, di sera, lo stesso mister 33 di nome Maurizio e di cognome Sarri, allenava l'Antella che sta a Bagno a Ripoli ed è football di Promozione. Eppure il bancario che giocava terzino sinistro prima di cambiare lavoro e diventare allenatore, portò i ragazzi in Eccellenza. Quando Zinedine Zidane si trasferì in Spagna al Real Madrid, il suddetto Sarri Maurizio guidava la Sansovino, trionfando nella coppa Italia di serie D. L'anno dopo chiese l'aspettativa alla banca e scelse di dedicarsi totalmente al football. Abbandonò la giacca, la camicia e la cravatta e indossò la tuta. Per sempre. C'è il maglione di Marchionne? E c'è la tuta di Sarri, non è importante il contenitore ma il contenuto, la polpa, la sostanza. La forma? Non serve a nulla, in un caso e nell'altro. Finale: quando Zidane si ritirò dal calcio, con una testata a Materazzi, l'ormai ex bancario stava con l'Arezzo, vivendo, dunque, già di calcio vero, studiandolo al computer, disegnando non più numeri di bilancio e di finanziamento, ma di schemi, calci da fermo, corner, punizioni. Anche Sarri, ogni tanto, avrebbe voglia di prendere a capocciate, come Zidane, chi lo provoca con domande strane. Se la cava con una parolaccia, come fece suo padre Amerigo, giovane ciclista, quel giorno in cui provò a sfiancare in corsa l'eccelso Fausto Coppi. I gregari del campionissimo andarono di fianco al Sarri e gli dissero di mollare il pedale e il manubrio, Amerigo replicò con le parole che suppergiù Sarri usa quando qualcuno lo molesta. Ma finì, Sarri padre, steso in un fossato, mentre Coppi recuperava il ritardo.

Tredici anni dividono Zidane da Sarri riuniti stasera dalla partita di sogno per il Napoli eduardiano che deve passare la nottata. Il calcio riesce a scrivere favole che nessuno poteva immaginare. Zidane e la sua infanzia maledetta a Marsiglia e Sarri in giro per l'Europa per conto di una banca ma stasera opposti, rivali per la champions. Che roba è? Bellissima, improbabile ma vera, affascinante.

Il football è di tutti, Sarri è un robot di sangue, Zidane trattiene la propria furia giovanile, non ci sarebbe confronto ma c'è comunque la voglia di vedere che effetto farà alla gente del Bernabeu quest'uomo in tuta e con quel cannello di osso stretto fra i denti a sostituire la sigaretta, una, cento, mille fumate al tempo permesso. E, venti metri più in là, il berbero algerino Zizou, silenzioso, lo sguardo tagliente di occhi che sembrano asole e minacciano chissà che cosa a chissà chi. Due tipi da noir, film di paura, l'oscar Sorrentino, in tribuna, potrebbe farci un pensiero, la grande bellezza del calcio, Zidane boss tra i vicoli napoletani e il commissario Sarri ad inseguire il latitante.

Poi ci sarebbe la partita.

Ma questa, per il momento, è un dettaglio.

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