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Grande calcio per distrarci dalla serie A

di Tony Damascelli

N on è Disneyland, anche se l'immagine, proposta da Spalletti, è curiosa, quasi infantile, tipica di un esordiente in un grande club. Ma la Champions league è roba seria, non un parco di divertimenti, è l'Oscar, è il Nobel, è, insieme con la coppa del mondo e il campionato europeo, la manifestazione di gala. Tocca, per prima, proprio all'Inter che ci ha regalato, ultima delle italiane, l'anno mirabile Duemiladieci, con il trionfo di Madrid e il triplete sulla torta di Moratti e Mourinho. Contro il Tottenham siamo già alla prova critica, entrambe reduci da sconfitte, entrambe alla ricerca di una dignità e identità smarrite. Il Napoli nella bolgia di Belgrado ha una voglia diversa, alludo ad Ancelotti che dovrebbe smentire Sarri e dunque portare la squadra in avanti in coppa, senza fare scelte di formazione e di tornei. Poi toccherà alla Juventus ossessionata dalla Champions e alla Roma contro due spagnole che, da sempre e per sempre, sono tossiche per le nostre. La novità del doppio orario di inizio aggiunge eccitazione al pubblico che nella stessa serata non sarà costretto, dico il popolo televisivo, a saltare da un canale all'altro per assistere all'evento. La coppa porta soldi, moltissimi, serve per riequilibrare bilanci zigzaganti, serve per illuminare il marchio, serve per aumentare il valore di alcuni calciatori.

E' singolare che uno come Mauro Icardi sia all'esordio, è bello scoprire Cristiano Ronaldo con una maglia diversa ma con lo stesso obiettivo finale, è stuzzicante aspettare la Roma, semifinalista qualche mese fa già sul punto di prendere tranquillanti in campionato.

Il fascino della Champions è questo, mettere da parte le cose piccole della serie A, lasciarsi alle spalle sputi e Var, correre con la fantasia ma, soprattutto, con le gambe per un torneo che mette in campo il meglio del calcio internazionale. Dopo il mondiale di Russia, che ha premiato l'Europa, con le quattro semifinaliste ma con l'Italia dietro la lavagna, c'è la voglia di riscatto con i nostri club, pieni di stranieri d'accordo, ma, comunque, bandiere della tradizione italiana in campo continentale.

Si gioca, dunque, ma non contro Topolino, Paperino e Minnie.

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