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Grande dignità. È la decisione migliore per tutti

Grande dignità. È la decisione migliore per tutti

Ci vuole dignità. Dignità a lasciarsi dopo cinque anni di vittorie e mai di polemiche sguaiate, di litigi pubblici come era accaduto con il predecessore. Massimiliano Allegri e la Juventus concludono il loro rapporto professionale in modo imprevedibile ma, in fondo, da molti previsto. Personalmente ho criticato più volte le scelte del tecnico livornese ma rifiuto di partecipare a questo corteo di insultanti e sghignazzanti tipico di un Paese che sa passare da piazza Venezia a piazzale Loreto, come sfogo di rabbia e codardia. Il popolo juventino, specialmente quello che affolla l'Allianz, è tra i peggiori d'Italia, per superbia e scarsa riconoscenza. Ha oltraggiato Ancelotti, si è ripetuto con Del Neri e Zaccheroni, ha voltato le spalle a Conte e ha assistito sotto il patibolo all'esecuzione di Allegri. Presumo che domenica sera, contro l'Atalanta, al momento dell'annuncio delle formazioni, il cognome dell'allenatore possa ricevere fischi e contumelie, il fatto potrebbe ripetersi in occasione della festa e premiazione del dopo partita. Allegri ha dato moltissimo alla Juventus ricevendo dalla stessa gloria e denari, come si deve, del resto, a un professionista di tale censo. Andrea Agnelli dovrà affrontare l'emergenza, come già cinque anni fa, individuando la figura adatta non soltanto e semplicemente a gestire la squadra ma capace e consapevole del ruolo, perché la Juventus è una donna impegnativa, ha una storia, una tradizione che soltanto storia e tradizione degli Agnelli possono spiegare e giustificare. La decisione non sarà affrettata ma doverosamente coraggiosa. Ribadire questi otto anni trionfali, gli ultimi cinque forse irripetibili, sarà l'impresa più ardua per qualunque professionista. La separazione non produrrà scorie. È stata scelta la soluzione migliore. Per entrambi. Una frase può aiutare a comprendere questa storia: che tu vinca o che tu perda, porta sempre a casa una cosa: la dignità. Non l'ha pensata o pronunciata nessun filosofo, nessuno religioso.

Sono parole di Franz Beckenbauer.

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