Sport

La vendetta di Stramaccioni sull'illusione di Mancini

Bene i primi 45' ma ribaltone Udinese dopo il gol di Icardi

La vendetta di Stramaccioni sull'illusione di Mancini

L'Inter che fa e disfa. Deve averla riconosciuta pure Stramaccioni, titolare di brutte figure milanesi per i soliti difetti congeniti che non passano mai, nonostante il ruotar di tecnici e giocatori. Questione di Dna. Inter che perde ancora con Mancini in panca e, stavolta, per colpe ancor più preoccupanti rispetto a Roma: dagli errori stupidi della difesa siamo passati alle nefandezze difensive. Palacio non segna più ma ieri sera ha fatto segnare l'Udinese. Un po' troppo. Le altre non avanzano, l'Inter va indietro: manca poco per ave perso ogni treno. L'Udinese non vinceva da cinque partite, San Siro fa miracoli.

Dopo la mozione dei sentimenti per Stankovic e Stramaccioni, San Siro è tornato ad essere casa dell'Inter nel senso di un tifo non più così critico e ostile. Fra l'altro invitato da uno striscione degli ultras. Tipiche soluzioni e contraddizioni del mondo Inter. Esattamente come la squadra ha dimostrato anche ieri sera: primo tempo con la faccia bella, aggressiva, volitiva. Ripresa da Cenerentola smarrita nei suoi sogni e pensieri. Giocatori da nazionale ridotti al rango di tipi oratoriali, soprattutto negli errori. Palacio per tutti. Chissà non ci sia un problema di preparazione fisica: la squadra molla sempre. Vero che anche l'Udinese ha giocato a due facce, ma dall'Inter si pretendeva miglior personalità, soprattutto dopo il vantaggio. Invece è capitato il contrario.

La squadra ha cominciato giocando calcio dignitoso, se non proprio bello, intriso di errori tecnici e qualche sbadataggine tattica ma con buona intensità e aggressività. Mancini stavolta ha provato con il rombo a centrocampo e il duo Palacio-Icardi ben disposto a buttarsi negli spazi. Kovacic trequartista con libertà di intendere e volere, ma con i soliti difetti: devastante in partenza salvo ritardare sempre il passaggio con il rischio di perdere palla e l'Inter di perdere occasioni. Buon per la gente nerazzurra che l'Udinese si è presto tirata indietro, quasi mai pronta a rendere devastante il contropiede: un paio di occasioni nel primo tempo, una sola palla a portata di tiro per Di Natale (fuori). Molto peggio a inizio ripresa, quando il nonnetto ha cominciato imperversare. La squadra di Stramaccioni ha lasciato spazi esagerati fra centrocampo e attacco, e l'Inter ha provato a premere. Qualche tentativo in verticale, attaccanti spesso in fuorigioco, ancora poco gioco sulle fasce non avendo uomini adatti: Dodò e Nagatomo sono quisquiglie. Invece molto più consistente il giocare di Kuzmanovic, dovunque si posizionasse.

Il conto di tanto premere e industriarsi ha portato tre occasioni pericolose: Heaurteaux ha rischiato l'autogol (ci pensa il portiere) su un cross di Guarin. Poi la situazione che mette freddo quando Kovacic, forse per un falso rimpallo, non ha calciato al volo e quell'attimo gli è valso una palla spedita sulla traversa. E infine Guarin, eternamente incomprensibile nel suo giocare tra qualità e distrazione, ha trovato il pertugio per infilare palla e far scattare Icardi. Prepotenza fisica e rapidità di tiro del puntero argentino sono state tutt'uno per pescare il gol con il sinistro: settimo della serie a San Siro (su otto totali).

In quel momento l'Inter e il suo pubblico hanno tirato un sospirone di sollievo. La ripresa ha smentito tutto. L'Udinese ha preso consistenza e la difesa è caduta nei soliti bisticci e pasticci. Dapprima Handanovic ha dovuto metter riparo su un pasticcio di Dodò davanti a Di Natale, poi è rimasto impalato dalla conclusione gol di Fernandes, che ha sfruttato estrema libertà al limite d'area. E da quel momento l'Inter è rimasta così imbalsamata da rischiare di tutto e di più fin al gol di Thereau, che ha sfruttato la follia di Palacio. Retropassaggio insensato per Handanovic e frittata. Il portiere non è riuscito a rimediare la toppa con l'uscita. E l'Udinese che, fino a ieri, aveva segnato solo due gol in trasferta, ha scoperto i miracoli dell'Inter: non vinceva fuori dal 25 settembre.

E non poteva finire che con i gran fischi di San Siro.

Commenti