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Harper, l'uomo record che batte il mito LeBron in stipendio e magliette

La stella del baseball è la più pagata dello sport americano. E più "acquistata" del re del basket

Harper, l'uomo record che batte il mito LeBron in stipendio e magliette

Ma quanto adorano i record gli americani? Tanto, quasi troppo. Neanche 24 ore dopo il traguardo toccato da LeBron James, che ha scavalcato Michael Jordan nella classifica dei punti segnati in tutta la carriera, Bryce Harper ha superato lo stesso LeBron su un altro piano, decisamente più pop: quello delle maglie vendute nelle prime 48 ore dall'annuncio del nuovo contratto. Sì, ma chi sarebbe Bryce Harper? Fenomenale esterno destro e fuoricampista, 26 anni, pochi giorni fa ha firmato un accordo di 13 anni da 330 milioni di dollari complessivi, il più alto nella storia dello sport professionistico americano. A vincere l'asta per i suoi strepitosi servizi sono stati i Filadelfia Phillies, rivali diretti dei Washington Nationals che lo hanno avuto in rosa dal 2012 fino all'ottobre scorso. Con i Nats, Harper aveva la maglia numero 34, due numeri che sommati davano 7, ovvero Mickey Mantle lo storico esterno leggenda dei New York Yankees, mentre a Filadelfia ha deciso di non indossarla per un motivo che lo ha immediatamente reso popolare: il 34 era infatti la casacca di Roy Halladay, il lanciatore scomparso in un incidente aereo nel novembre del 2017 ed eletto nella Hall of Fame poche settimane fa. I Phillies non hanno ancora ritirato la 34 ma Harper ha voluto che Doc' fosse l'ultimo ad averla indossata, e ha scelto la numero 3. E non è un caso neanche quello: è il numero perfetto in assoluto, secondo la tradizione, e lo è ancora di più a Filadelfia dove evoca immediatamente Allen Iverson, il benedetto/maledetto protagonista di un decennio di imprese esagerate con i Sixers, la squadra di basket che gioca tuttora a un fuoricampo di distanza dallo stadio dei Phillies.

Rispetto e furbizia e le casacche di Harper dalle 14.10 di sabato scorso, ora della costa Est, sono volate via dagli appendini del negozio della squadra e dal magazzino virtuale della società che gestisce le vendite online. Il bello è che in realtà Harper e Iverson non hanno nulla in comune: il nuovo esterno dei Phillies ha infatti sempre proiettato un'immagine luminosa e non tenebrosa, è molto religioso, non beve alcol e raramente beve caffé (come Tom Brady: stai a vedere che conta) e non ha problemi a mostrare un lato genuino di sé, come quando durante la finale di hockey dello scorso anno ha sfidato i tifosi della città in cui giocava per indossare la maglia dei Vegas Knights, squadra che giocava contro i Washington Capitals per il titolo.

Gli è andata male sul ghiaccio ma ora gli va bene sul piano promozionale, nel quale è immerso da una vita. A proposito, infatti, di quel che si diceva all'inizio, nel 2009 Sports Illustrated, la più celebre rivista sportiva del mondo, mise in copertina un sedicenne Harper chiamandolo Il LeBron del baseball.

Pensavano all'impatto sul campo o sul diamante e non alle magliette, ma in fondo ci hanno preso pure lì.

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