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Higuain: "Juventini meritate di più"

Sotto processo la difesa e le scelte di Allegri Il francese del Psg in arrivo a centrocampo

Higuain: "Juventini meritate di più"

Torino Intorno all'ora di pranzo di ieri, Gonzalo Higuain ha chiesto scusa ai tifosi della Juventus: «Si meritano di più». Lo ha fatto ovviamente tramite social, chiedendo anche «amore» e vicinanza per il futuro. Insomma: Ferragosto non granché, per il popolo bianconero. Che certo non si aspettava di vivere una serata come quella di domenica: squadra mai in partita se non negli ultimi minuti, presa per mano da Dybala ma infine battuta. Senza scuse. Nemmeno cercate, da parte di nessuno: Allegri lo ha detto chiaramente e i giocatori gli sono andati dietro. Non senza magari anche qualche scambio di battute vivace: le telecamere hanno per esempio immortalato un colloquio fitto e chissà quanto amichevole a bordo campo tra il tecnico e Chiellini, appena finito il match. Altri ce ne saranno presumibilmente stati nel chiuso dello spogliatoio, pur se nessuno avrà voluto drammatizzare il ko.

Il fatto, però, è che la Juve pare davvero indietro con il programma e non solo, come prevedibile, con la condizione fisica. Per una volta, insomma, Marotta e Paratici sembrano all'inseguimento. Risultato: la creatura a disposizione di Allegri è incompleta, non essendo ancora stato trovato il modo di sostituire Bonucci né avendo aggiunto in mezzo al campo quell'iniezione di fisicità e aggressività di cui la squadra pare avere bisogno. Se poi anche lo stesso Allegri si è dimostrato in rodaggio e (forse) poco attento a cogliere i segnali che gli erano arrivati dalle prime amichevoli, non poteva che finire così: difficile quindi capire il varo della coppia Benatia-Chiellini in mezzo alla difesa a quattro (con Barzagli esterno, mossa che già non aveva funzionato a Cardiff), l'esclusione di Marchisio e la panchina iniziale di Douglas Costa, così come l'inserimento di De Sciglio e non di Lichtsteiner. «Dobbiamo solo riattaccare la spina. Zero alibi, non servono. Serve lavorare per fare una grande stagione», è stato il tweet post partita del tecnico livornese. Sconsolato per avere visto «solo per cinque minuti la rabbia che avevo chiesto».

Adesso, non resta che ripartire. Da sabato, ospitando il Cagliari nella prima di campionato: impegno certamente non improbo ma, viste le premesse, da prendere con le molle. Cambiando qualcosa in formazione, augurandosi che Higuain e Mandzukic tornino all'onor del mondo e aspettando buone nuove dal mercato: in mezzo al campo non ci sono praticamente più dubbi sull'arrivo del trentenne Blaise Matuidi, il quale porterà esperienza e personalità derivanti dall'aver vinto sedici trofei (tra cui quattro campionati) con il Psg, cui sarà versata una cifra intorno ai venti milioni. E' ormai pure dietro l'angolo il ritorno di Spinazzola (all'Atalanta andrà Laxalt), ma certo non sarà il suo arrivo a cambiare le sorti della stagione bianconera. In attacco si proverà invece a chiudere per Keita: il senegalese non si è goduto per nulla la vittoria in Supercoppa della Lazio per i ben noti motivi, ma alla fine della telenovela dovrebbe sbarcare a Torino in qualità di jolly offensivo. A ben vedere, però, le mancanze paiono altrove. Soprattutto davanti a Buffon, dove la Juve sperava di non dovere investire chissà cosa nonostante la partenza di Bonucci. Viceversa può anche darsi che qualche strategia vada modificata, pur partendo dalla considerazione che numericamente quattro elementi (Barzagli, Benatia, Chiellini e Rugani) possano bastare per il doppio ruolo di centrale difensivo. Il tempo tutto sommato non manca, a patto di avere le idee chiare e di andare dritti sull'obiettivo desiderato: tra i papabili, anche De Vrij.

Ovvero l'uomo che domenica sera ha cancellato dal campo Higuain.

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