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Higuain spedisce la Juve all'inferno

Apre Insigne, raddoppia il Pipita. Il gol di baby Lemina non evita il terzo ko. Ora per Allegri è proprio notte fonda

Higuain spedisce la Juve all'inferno

La Juve non vuole entrare nel campionato, resta ai margini. Chissà quando deciderà di partecipare, nel senso di salire sulla giostra e difendere il suo titolo. Si fa desiderare come la star che mette ansia in sala per far salire la tensione prima di apparire sul palcoscenico. Ma qui la situazione è diversa, ogni minuto trascorso è un'occasione sprecata e le altre vanno. Ieri il Napoli le ha inflitto la terza sconfitta in sei giornate, questa è la prima vera crisi della gestione Marotta, e Allegri alimenta le voci sulla sua perigliosa seconda stagione. Ieri gli sono mancati clamorosamente i protagonisti, Pogba e Dybala su tutti, ma soprattutto è mancata la voglia di fare i tre punti.

Il Napoli ha vinto meritatamente senza strafare, è partito subito forte, ha combinato poco ma era più motivato, Hamsik ha calciato due volte nel giro di pochi minuti, alto il primo, centrale il secondo tentativo bloccato bene da Buffon. Ma erano segnali. La Juve ha avuto un decina di minuti di calcio passabile, elementare ma da squadra e ha messo in cima al suo momento migliore uno scambio fra Dybala e Zaza che ha costretto Reina ha salvare di piede. L'episodio resta il migliore di tutto il primo tempo juventino ad eccezione della marmellata nel finale, con Reina costretto ad uscire a valanga su Zaza. Ma l'occasione era stata originata da un maldestro retropassaggio di Koulibaly, la Juve non c'entrava niente.

Dopo l'uno due fra Dybala e Zaza, il Napoli si è dato una mossa e ha tenuto la Juve costantemente in pericolo fino alla rete a circa metà tempo. Insigne è sceso centralmente, al limite ha scambiato con Higuain che gliel'ha restituita, piatto destro delicato, Buffon in tuffo, 1-0. A questo punto ci si aspettava una reazione violenta della Juventus davanti alla terza sconfitta in sei giornate, invece zero reazione, zero pressing, zero pressione sul portatore di palla avversario, il Napoli ha continuato a scendere senza strafare ma con naturalezza. Ghoulam è sceso sulla destra di Buffon si è fatto beffa di Padoin e ha centrato per Higuain, solo i riflessi del capitano bianconero hanno impedito che la palla arrivasse all'argentino, poi sulla respinta e a porta spalancata Callejon ha calciato in curva.

Prima dell'intervallo Mertens, subentrato a Insigne che ha dovuto lasciare il campo per problemi al ginocchio, ha fatto tutta la fascia e ha calciato in diagonale a mezzo metro dal secondo palo di Buffon.

Non era un dominio esagerato ma il Napoli gestiva meglio i palloni, chiudeva quasi sempre l'azione e teneva la Juve dietro. Ma non poteva certo pensare di gestire il risultato per altri 45 minuti, troppo rischioso anche se Pogba non era nelle sue serate migliori e Dybala credeva di poter fare Omar Sivori anni Duemila. Poco aiuto da Pereyra, Hernanes ha giocato nell'ombra fino all'errore fatale del 2-0, l'atteso Lemina si è notato per l'ostinato tentativo di servire Pogba ovunque fosse, ma sarà lui a tenere in piedi la Juve. Succede tutto attorno al ventesimo della ripresa, Hernanes gioca in orizzontale, roba da coprirsi gli occhi, Higuain anticipa Padoin, penetra in area e con mezza Juve alle calcagna libera il sinistro che fulmina Buffon per il 2-0. Palla al centro e Dybala mette in mezzo all'area napoletana un pallone che nell'ordine Albiol, Koulibaly e Ghoulam ciccano, sul palo opposto sbuca Lemina che segna la sua prima rete in maglia bianconera.

Allegri intanto ha subito castigato Hernanes, fuori per l'errore commesso e per l'impalpabilità della sua presenza, dentro Cuadrado e Morata, ora c'è più Juve ma anche più confusione. Gli ultimi minuti sono suoi, giocati più sui nervi che con la testa, sempre più lontana.

La sua e quella della classifica.

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