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Gli ho invidiato quella maglia tutta tricolore

Gli ho invidiato quella maglia tutta tricolore

E pensare che ho anche rischiato di non vedere la vittoria di Fabio, ma alla fine ce l’ho fatta. Ce l’ho fatta io e ce l’ha fatta lui. Ieri mattina non sono potuto uscire in bicicletta per alcuni impegni personali. Allenamento spostato quindi al pomeriggio. Poi, in zona arrivo di tappa, prima di rincasare, mi fermo come sono solito fare al negozio di Maurizio, a Lugano. Amico mio, ma anche di Fabio, con il quale, tra le altre cose, lui ha anche corso in bicicletta da dilettante. Mentre Maurizio mi pulisce la bicicletta, io ne approfitto per guardarmi le fasi finali della tappa. Vedo Fabio nelle prime posizioni, pedala bene. È molto agile, ha una bella faccia. Penso: oggi ci si diverte. Lo dico anche a Maurizio: «Lo vedo un gran bene». Quando parte, la prima cosa che faccio è osservare la reazione dei corridori alle sue spalle. Si guardano. Fabio è deciso, agile e potente al tempo stesso. Fa immediatamente il vuoto. Non ho dubbi. Mancano due chilometri, ma dico a Maurizio: è fatta! Vince con la maglia tricolore sulle spalle, quella vera, quella che più amo, quella che avrei voluto vestire io nei due anni che l’ho portata in giro per il mondo. Non sono uno che ha il sentimento dell’invidia, ma quella maglia tutta tricolore mi piace davvero un sacco. Forse, però, a Fabio piace anche quella gialla che ho io a casa. Ma lui ragiona come il sottoscritto: guai a parlarne. Piedi per terra e pochi discorsi. Portano solomale. Una cosa però la posso dire: Fabio ci farà divertire fino alla fine. Lo conosco troppo bene, lui non è tipo che si accontenta o si siede sugli allori. Fabio è un atleta di primissimo livello che lotta per un fine ben preciso, fino a quando le forze lo sorreggono.

Quale sia il suo fine non lo dico: non posso farlo arrabbiare. V

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