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I Cosmos di Pelè e Chinaglia pieni di debiti e pronti a sparire

Roberto Gotta

Sponsor illustre come il gruppo Emirates, grandi nomi in squadra, tre campionati vinti in quattro anni dopo la rinascita del 2010 e la prima partita nel 2013: niente di tutto questo è servito a salvare i New York Cosmos versione moderna, eredi di quelli che nel 1970 portarono il calcio negli Usa, anzi per certi versi lo precedettero.

I Cosmos attuali giocavano nella Nasl, il secondo gradino del soccer professionistico americano, e stavolta sembrano essere stati trascinati, più che aver trascinato, dato che la lega sta perdendo pezzo su pezzo e conta ora su sole quattro squadre, da 10 che erano. Mentre curiosamente la Usl, la terza serie, sembra godere di migliore salute e si allarga a 29, forse perché meno ambiziosa.

La chiusura dei Cosmos può essere evitata solo da un acquisto in extremis, ma l'eventuale benefattore dovrebbe colmare un buco di quasi 10 milioni di dollari cresciuto sotto l'attuale proprietà saudita, e rassegnarsi comunque: per quanto immensa, l'area di New York forse non può sostenere tre squadre professionistiche con ambizioni, checché ne dicesse il presidente Seamus O'Brien menzionando i 14 club pro della zona metropolitana di Londra. I Red Bull, ex Metrostars, hanno solidissime ed evidenti basi economiche e uno stadio (nel New Jersey) ad hoc, e il NYFC è creatura di Manchester City e New York Yankees e gioca allo Yankee Stadium.

Proprio la nascita del FC nel 2013 è stata il primo colpo per i Cosmos, che erano rinati con il preciso obiettivo di risalire nella massima serie e rilanciare nome e logo che sono passati alla storia, indossati oltre 40 anni fa da Pelé, Franz Beckenbauer, Giorgio Chinaglia e adorati da decine di migliaia di spettatori nelle partite interne al Giants Stadium.

Invece, calcio percepito come di seconda categoria seppur con brillanti risultati, difficoltà ad andare oltre la notorietà aneddotica e uno stadio non coerente con prestigio e ambizioni, a Hempstead, sobborgo orientale peraltro molto popolato (quasi 800.000 abitanti), dove una volta si allenavano i New York Jets della Nfl sentendosi troppo decentrati.

Appunto.

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