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I prigionieri dell'ingaggio che rifiutano questa crisi

Balotelli, Tevez, Pato, Torres, Sneijder: stipendi da paura per club in rosso Le società chiedono "tagli", ma le star del calcio pretendono sempre di più

Il 19 maggio di due anni fa, la Juventus ufficializza Giuseppe Marotta nelle vesti di direttore generale. Il neo dirigente dovrebbe entrare in carica il 1º giugno ma il lavoro che lo attende è delicato e urgente: liberarsi degli esuberi, soprattutto degli ingaggi esagerati. La lista mette paura, Grygera, Zebina, Grosso, Poulsen, Thiago, Felipe Melo, Diego ma soprattutto David Trezeguet e German Camoranesi. I due sono datati e incassano mica male, l'attaccante ha 33 anni e prende 4,5 mln a stagione, l'italo argentino ne prende tre. Il lavoro di Marotta è molto complicato, la strada tracciata da Fabio Cannavaro che pur di non smenarci è emigrato negli Emirati, non convince i due che non hanno alcuna intenzione di rivedere il loro contratto, li vogliono e li vogliono tutti. Vanno in scadenza nel 2011 e la Juventus rischia di pagare 15 milioni per due giocatori che non gli servono per poi perderli a parametro zero. Quindi vorrebbe monetizzare la loro cessione ma quale presidente si prende un ultratrentenne che gli costa 9 mln di ingaggio più il prezzo del cartellino?

In quel momento i club che possono permettersi cifre importanti sono il City dello sceicco Mansour, il Madrid di Florentino Perez e il Chelsea di Roman Abramovich. In Italia questa potenzialità è riconosciuta al presidente dell'Inter Massimo Moratti neo campione d'Italia e d'Europa, che ha fatto degli ingaggi una sorta di clausola rescissoria. Moratti trova inutile fissare una cifra per la cessione di un giocatore, sa che se le cose non funzionano, davanti ai capricci, è costretto a perderlo, e allora sigla ingaggi alti centrando due obiettivi: vediamo chi riesce a offrirgli uno stipendio superiore al mio, e se si trova, allora mi paga bene anche il prezzo del cartellino. Proprio in quei giorni rinnova il contratto a Wesley Sneijder dopo una sola stagione. L'olandese era arrivato dal Madrid con un ingaggio di 4 mln. Moratti gli aveva alzato di 500mila euro lo stipendio allungando il contratto di tre anni. Dopo la conquista della Champions nuovo rinnovo fino al 2015, a sei netti. In quei giorni gli effetti della crisi economica non sono ancora così evidenti ma si annunciano momenti tristi e la maggior parte dei procuratori alza le attenzioni. Amauri, altro esubero bianconero, guadagna 3,8 mln e punta i piedi, rifiuta l'offerta dell'Olympique di 1,5 a stagione nonostante la Juventus sia disposta a versarne altri 1,7, e decide di restare in bianconero fino a scadenza nel 2012. Ora è al Parma a un milione a stagione.

Non tutti sono assistiti da fuoriclasse come Mino Raiola.
Zlatan Ibrahimovic è riuscito ad alzare il proprio ingaggio ad ogni nuova stagione pur percependo cifre fuori range per il 99,99 per cento dei club. Le polemiche sul suo stipendio scandalizzano i francesi perché guadagna 90 volte più del presidente Hollande, 14 netti. E lo sceicco Al Thani lo pagherà per le prossima tre stagioni. Forse. Perché l'efficiente Raiola ha riaperto il radar e sta sondando chi sia in grado di aggiungere nuove fiches al suo numero uno. Gira la voce che l'ingaggio sia regolato da una legge di mercato molto semplice: se sei bravo costi, e più sei bravo, più hai richieste e più costi. L'etica qui non ha dimora ma un contrappasso evidente e qualcuno diventa prigioniero del suo ingaggio, Carlitos Tevez per esempio, 8,5 milioni a stagione fino al 2014. Spesso va in panca e vorrebbe più spazio, le richieste arrivano ma lui non intende rinunciare a una sola sterlina.
È la situazione di Sneijder, Pato, Totti, De Rossi, Balotelli, Pastore, tutti abbondantemente sopra i 4 netti. Adesso sono diventati tanti e i club che possono permetterseli sempre pochi. Il Chelsea magari si libererebbe volentieri del Niño Torres, ma con un ingaggio di 6,5 mln che scade nel 2015 lo spagnolo si muove solo con un ritocco di stipendio e un prolungamento.

Follie.

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