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I tormenti di Mou poco "special"

Anche allo United è crisi del terzo anno. Ma cacciarlo costa troppo...

I tormenti di Mou poco "special"

Chissà quanto lo avranno mortificato i cori di scherno che gli hanno dedicato i tifosi del Tottenham. "You're not special any more", non sei più speciale, gli cantavano, mentre il tabellone dell'Old Trafford indicava un impietoso 0-3. La peggiore battuta d'arresto casalinga dello United contro gli Spurs degli ultimi 50 anni. Due sconfitte nelle prime tre giornate José Mourinho non le aveva mai subite nei suoi 18 anni di carriera. A Manchester sta vivendo il suo periodo più buio: isolato, frustrato ma soprattutto incapace di risolvere una crisi ormai conclamata.

Per il momento, però, non sembra rischiare l'esonero: anche dopo l'ultima disfatta la società lo ha difeso, rinnovandogli la fiducia. E non solo per l'altissima penale che gli dovrebbero pagare (poco meno di 20 milioni di euro). Sia Zinedine Zidane che Antonio Conte, i due eventuali sostituti più gettonati dai tabloid, non convincono fino in fondo. Ma è chiaro che Mou dovrà trovare al più presto una soluzione al peggior inizio di stagione dei Red Devils degli ultimi 26 anni. Anche per scongiurare il sortilegio che lo perseguita: alla terza stagione nello stesso club, puntuale, Mou viene cacciato. Era già successo a Madrid prima e sulla panchina del Chelsea pochi anni fa. Epilogo inevitabile secondo i bookmakers, che hanno azzerato le quote del suo esonero. Più probabile, però, che resterà - a prescindere dal prossimo risultato - almeno fino alla prossima gara interna, a metà settembre contro il Watford. A quel punto avrà avuto due mesi per ritrovare la sintonia con uno spogliatoio con il quale sembrano esserci più incomprensioni che complicità. Una distanza, anche affettiva, con l'ambiente United che non si è mai colmata. Forse anche per questo continua a vivere in un albergo di Manchester, quasi a voler sottolineare la precarietà della sua permanenza.

In estate, poi, sono stati continui e ripetuti gli scontri dialettici con la dirigenza, colpevole di non aver ascoltato, e tanto meno soddisfatto, le sue richieste di mercato. Relegato ad un ruolo di comprimario che mal gli si addice, Mou sembra faticare a ritrovare il tocco magico di un tempo. Nello sfogo di conferenza stampa post-Tottenham, già virale in rete, ha ricordato di aver vinto più Premier League (3) di tutti i suoi 19 colleghi assieme (2, Pep Guardiola e Manuel Pellegrini). Ma trascurando di dire che l'ultimo successo di campionato (8 in totale, in quattro diverse nazioni) risale ormai a più di tre anni fa.

Un'attesa destinata - con ogni probabilità - ad allungarsi.

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