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«I valori di Groupe Psa per vincere tutte le sfide»

Il neo dg Thorel: «Integrazione perfetta di sei marchi. E Opel riflette la Germania simpatica»

Pierluigi Bonora

Milano Gaetano Thorel, 51 anni, mastica automobili da sempre. Ed è anche molto riconoscente a chi lo ha ben instradato: «Massimo Ghenzer (è stato il suo capo ai tempi della Ford, ndr) mi ha insegnato tutto». La lunga esperienza in Ford Italia, di cui nel 2007 è stato nominato ad; quindi, il balzo in Europa sempre al servizio del gruppo Usa con l'incarico di direttore marketing. Da qui il rientro in Italia, chiamato da Fca per guidare i mercati minori europei e poi la Germania. Ed ecco la svolta francese: Psa lo vuole a capo delle vendite di Peugeot in Europa. Il tempo di ambientarsi, e Thorel sbarca a Milano: dal primo febbraio scorso è direttore generale di Groupe Psa Italia. Il cambio della guardia è con Massimo Roserba, al quale la Casa madre ha riservato il delicato compito di occuparsi della joint-venture Dongfeng Peugeot Citroën in Cina, il primo mercato mondiale.

E se il suo predecessore («Roserba ha lasciato un'azienda con le fondamenta solide, in grado pensare in grande») aveva portato a termine la fase 1 del piano «Push to Pass» attraverso cui il ceo Carlos Tavares ha iniziato la proficua trasformazione del gruppo, a Thorel tocca ora trasferire al mercato italiano i dettami della fase 2 appena annunciata sempre da Tavares. Tutto ruota attorno al concetto di agilità e alla creazione costante di valore, soprattutto alla luce dell'inglobamento di Opel. «Gli investimenti decisi - afferma Thorel - sono destinati a preparare l'azienda alle sfide del futuro, come la transizione energetica e le nuove forme di mobilità». «Questo gruppo - commenta - ha dalla sua valori forti, propri del suo Dna, e obiettivi ambiziosi. Ed è incredibile la lungimiranza di Tavares che tre anni fa aveva voluto investire su una piattaforma, denominata Multienergy, allo scopo di proteggere il gruppo sul tema delle emissioni. I dati di fatto gli danno ragione».

Al Salone di Ginevra, a parte i 100 anni celebrati da Citroën, l'attenzione è monopolizzata dalla nuova Peugeot 208. «Il modello - ricorda Thorel - può essere considerato il primo appartenente al segmento B, realizzato da un produttore di massa, a presentarsi al pubblico con un'ampia scelta di motori, incluso quello elettrico».

Thorel è arrivato a Milano nel momento in cui Groupe Psa è in grande spolvero: il mercato, infatti, cala, mentre la realtà francese cresce: +3,76% in febbraio e +4,57% nel primo bimestre dell'anno, per una quota del 17,63%, in aumento dal 16,03% del 2018. Groupe Psa, inoltre, mantiene saldamente la prima posizione tra i costruttori esteri in Italia, davanti al gruppo Volkswagen, staccando di molto i cugini di Renault-Dacia. «Con Peugeot, Citroën, Ds, Opel, Vauxhall e Free2Move per il noleggio a lungo termine - aggiunge Thorel - rappresentiamo l'integrazione perfetta di ben 6 marchi. E Opel è sempre più il brand, forte di una rete commerciale ottima, che deve riflettere l'aspetto simpatico della Germania e dell'ingegneria tedesca. Il 2019, inoltre, è anche l'anno della nuova Corsa». Il punto di visto del nuovo direttore generale sugli altri marchi: «Peugeot è la locomotiva del gruppo ed è prezzata come Volkswagen; Citroën è il marchio più estroverso, un vero veicolo di simpatia. Ds? C'è ancora da lavorarci, la rete sarà completata nell'anno. Attualmente sono 25 i Ds Store. La gamma Crossback piace e avremo una Ds all'anno». L'azienda sta rivedendo i piani anche al capitolo «auto di seconda mano». Per Thorel occorre un brand dell'usato trasversale in grado di trovare sinergie.

Anche Groupe Psa, malgrado i venti contrari sul diesel, vede il pubblico continuare a dimostrare attenzione verso questo carburante: «L'85% dei contratti della Citroën C5 Aircross - l'esempio portato da Thorel - riguarda la motorizzazione diesel da 130 cavalli».

Anche per Groupe Psa Italia si è aperto un nuovo corso.

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