Sport

Icardi e Kova sbattono il materasso Sassuolo

L'istinto da killer di Maurito e i piedi buoni del croato fruttano gol e spettacolo. L'Inter replica il 7-0 del 2013 Ma tutta la squadra appare più solida e sostanziosa

Tutte le sfortune sono finite sulla mano rotta di Mazzarri, il resto sono stati gol, spettacolo, dieci tiri in porta, qualche assist di Kovacic e chissà quanti sogni di gloria. Pazza Inter, motivetto bandiera che risuona nello stadio non a caso. Pazza Inter che segna: non a caso. Moratti in tribuna che porta buona sorte, forse non a caso. Icardi che sarà pazzerellone, ma quando sente odor di gol diventa un fantastico killer calcistico. L'altra faccia di Milito o la bella faccia di un Balotelli, fate voi. Non c'è Maradona che possa fargli paura. Ieri lo ha snobbato, quando gli hanno messo il pepe di Diego(«Non è degno di giocare in nazionale») sotto il naso. ”Dedico i gol alla mia famiglia”, ha risposto aggirando l'ostacolo con quella noncuranza con la quale sgancia bombe dal piedone. E invece ha preferito postare su Istagram la foto sua e di Mazzarri che gli fa segno tre. E lui che gli dice: «Va bene, mister. Ecco fatto. Grande partita». Quando fila tutto liscio…

Sassuolo è il Patch Adams dell'Inter, il dottore che ti fa sorridere. Seppur con poca fantasia: le ha concesso sette reti l'anno passato alla quarta giornata, ha replicato quest'anno facendosi infilare come un pollastro e con le medesime modalità: quattro gol alla fine del primo tempo, cannoniere argentino in gloria. Doppietta di Milito allora, contro la tripletta di Icardi ieri. In tre partite, l'Inter ha segnato 15 reti alla squadra di Di Francesco, c'è da fidarsi di questo settebello? Meglio prenderlo con qualche distanza. Inter bella da vedere nei piedi giovani, Kovacic e Icardi, ed anche nei piedi buoni che Mazzarri ha mandato in campo. Inter solida e sostanziosa nel giocare da guerrigliero di Medel, che diventerà un idolo e ieri si è preso il bello degli applausi.

Inter che ha tutto per crescere e giocarsela nei primi tre posti del campionato. La squadra è più equilibrata, i giovani più rassicuranti, il gioco non è uno splendore ma certe triangolazioni regalano senso dello spettacolo e del buon costruire. Idolo dopo idolo l'Inter costruisce la casa. Ieri occhi per i piedi di Mauro Icardi e per il flessuoso giocare di Mateo Kovacic: l'ex diavolo e il naturale acqua santa. Primo gol in serie A per il croato, primi tre in campionato, ma anche prima tripletta, per l'argentino. Era dal 2012, made in Milito, che la squadra non aveva un puntero da tripletta.

Sensazioni e ricordi, il bello di una domenica finita a ruota libera. Difficile parlare di gioco, o almeno della reale consistenza. Il Sassuolo non è stato mai avversario, ma solo materasso. Il trio d'attacco dei gioielli disperso sul verde prato. Berardi ci ha aggiunto una espulsione da fesso (gomitata a Juan Jesus), dopo aver giocato partita più dignitosa rispetto al pallidissimo Zaza e al Sansone pasticcione.

Inter subito in gol dopo tre minuti e poi il diluvio. Davanti ai suoi attaccanti si aprivano voragini più che spazi. Il primo gol di Icardi un po' arraffato, il secondo e terzo da fantastico killer con colpo in canna e piede ad alta precisione. “Il terzo, quello che mi è piaciuto di più”, ha battezzato l'interessato: tiro secco da sinistra verso destra, dopo aver ricevuto una splendida palla infilata da Kovacic fra gambe e spazi da giostra dei bambini. Ed, appunto, i bambini di Wanda e Mauro erano i più contenti quando hanno visto che Maurito si è preso il pallone e se lo è portato a casa autografato dalla squadra: risposta ad una promessa e un omaggio alla bimba che sta arrivando, ha scritto Wanda. Dieci alla spettacolarità della rete di Kovacic: tacco di Icardi, assist di Osvaldo e il croato ad infilarsi con eleganza da serpente nel mezzo della difesa. Facili tap-in le due reti di Osvaldo. Gol a modo suo quello di Guarin, con una cannonata finita sul palo eppoi in rete. Il tanto per ripetere il settebello dell'anno passato a Reggio Emilia. Inter tra pregi e difetti: gol e goleador, qualche fasullaggine nella fase difensiva, gran correre sulle fasce come gazzelle senza ostacoli. Ma Patch Adams passa una volta sola.

Poi toccherà al dottor Mazzarri.

Commenti