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Icardi profeta in rete ma il Trio ha fatto 13

Emblema della nuova Inter con Kovacic e Osvaldo Due talenti, un bomber, età bassa e grande intesa

Nel 7-0 interista, Icardi ne segna 3
Nel 7-0 interista, Icardi ne segna 3

Va bene i sette gol, ma una cosa più di tutte ha fatto contento Erick Thohir del settebello-bis rifilato al Sassuolo: la carta d'identità dell'Inter schierata da Walter Mazzarri. Tra i giocatori di movimento neppure un trentenne, un mix di gioventù e maturità, ma soprattutto nessun giocatore stagionato. L'eccezione è Handanovic, 30 anni esatti, per il resto il diktat presidenziale, a quasi un anno dall'investitura, è stato recepito alla lettera. Archiviati gli eroi del Triplete, in rosa esclusi i portieri, ci sono solo tre ultratrentenni: Vidic, Palacio e Campagnaro. Di fatto due perché il difensore argentino è finito in fondo alle gerarchie dell'allenatore dopo non aver trovato altra sistemazione durante il mercato. L'età media di 26 anni e spiccioli è tra le più basse del campionato. E domenica l'undici iniziale aveva in media 25,6 anni.

Ecco spiegato il primo sorriso di Thohir appena accesa la televisione nel salotto della casa di Giakarta, poi i sette gol hanno fatto il resto. E proprio i tre grandi protagonisti dell'abbuffata di San Siro Kovacic-Icardi-Osvaldo sono l'emblema del nuovo corso: rispettivamente con 20, 21, 28 anni. Due talenti dal futuro assicurato, un bomber maturo (ormai è pronto anche il trentaduenne Palacio per equilibrare il mix). Intanto i tre si sono portati avanti e hanno già fatto tredici, nel senso di gol segnati (su 16) nelle prime quattro partite ufficiali dei nerazzurri: le due contro lo Stjarnan, il Torino e appunto il Sassuolo. Icardi la fa da padrone con sei centri e ieri ha festeggiato la tripletta facendo shopping con Wanda Nara. Per Kovacic quattro centri e Osvaldo tre. E l'esordio a San Siro in campionato è stata anche la prima volta insieme dall'inizio. Non un caso perché l'Inter che era andata in bianco a Torino, le cose migliori le aveva fatte nell'ultima mezz'ora quando era entrato in campo l'attaccante in prestito dal Southampton. E Mazzarri, appena l'azzurro ha dimostrato di stare meglio, l'ha gettato nella mischia.

Perché le due punte sono imprescindibili, quando sono a disposizione. La coppia è giusta, lo dimostrano Stjarnan (Botta a fare compagnia a Icardi) e Sassuolo e lo conferma lo 0-0 con i granata alla prima di campionato: Icardi abbandonato a se stesso diventa la controfigura. E questa Inter per ora deve solo pensare a fare gol perché sulla porta è calata la saracinesca. Merito di Handanovic, ma anche di un solido equilibrio della squadra. Garantito dal pitbull Medel che piazzato davanti alla difesa si è rivelato non solo muscoli ma anche cervello.

Comunque sia la parola d'ordine è niente entusiasmo, il Sassuolo è stato catalogato come una vittoria in attesa di conferme più probanti. Thohir, atteso per le due gare interne con Atalanta e Cagliari di fine mese, ha già lanciato il messaggio: dare continuità ai risultati. L'anno scorso l'onda lunga del 7-0 al Sassuolo si esaurì nella vittoria contro la Fiorentina, poi arrivò la frenata con due punti in tre partite.

Questa Inter shakerata all'anagrafe non vuole illudersi due volte.

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