Sport

Da Immobile a Bonucci il campionato fa lo psicologo

Non solo il derby di Roma, ma tutte le grandi fanno i conti con i reduci dallo choc mondiale da rigenerare

Da Immobile a Bonucci il campionato fa lo psicologo

Non più tardi di pochi giorni fa, Beppe Marotta aveva previsto che quasi tutte le squadre di serie A avrebbero prossimamente inserito nel proprio staff la figura dello psicologo. Il direttore generale della Juventus ancora non sapeva che l'Italia sarebbe stata eliminata dal Mondiale al termine di una tre giorni delirante, con tutti gli annessi e i connessi. Risultato: con il campionato alle porte e una serie lunghissima di scontri diretti da qui a Natale, è legittimo domandarsi in quali condizioni mentali scenderanno in campo coloro i quali hanno dovuto dire addio al sogno del viaggio in Russia. Non è un dettaglio da poco, ovviamente: perché, non essendo i calciatori delle macchine prive di sensibilità, va tenuto in conto pure l'animus con cui usciranno dagli spogliatoi nei prossimi giorni. Certamente ammaccato, ecco: dopo di che starà a loro e ai rispettivi allenatori capire se il tutto potrà tramutarsi in energia positiva e voglia di riscatto, oppure se una delusione così grande ne avrà affievolito momentaneamente grinta e magari pure concentrazione.

Meglio insomma non escludere sorprese di qui a qualche ora, anche a livello di formazioni. Poi, nel caso, si analizzerà il rendimento di ciascuno. Di sicuro, sarà una situazione anomala per tanti. Trasversale, anche. In Roma-Lazio di domani pomeriggio, per esempio, ci dovrebbe essere un Immobile (è in dubbio) ridimensionato non poco dal doppio confronto con gli svedesi: in campionato il numero 17 viaggia a una media superiore al gol a partita (14, in 12 presenze), mentre nel playoff con gli azzurri è andato vicino alla rete una sola volta, mostrando poi tutta la propria vulnerabilità emotiva al fischio finale. Della stracittadina romana faranno parte anche De Rossi che ha per di più salutato l'azzurro rimanendo di sua volontà in panchina 90' a San Siro -, Florenzi, Parolo ed El Shaarawy: vero che un derby regala adrenalina a prescindere, vero però anche che la situazione in cui si troveranno i 5 azzurri sarà sostanzialmente del tutto inedita.

Nella serata di sabato sarà poi la volta di Napoli-Milan. Con Insigne e Jorginho da una parte, Donnarumma e Bonucci dall'altra. La curiosità maggiore riguarda proprio Insigne, emarginato da Ventura che lo ha fatto restare seduto nel match di ritorno dopo avergli regalato una manciata di minuti in quello di andata nonostante i senatori lo volessero in campo dall'inizio. Sul suo conto si è pronunciato pure De Laurentiis, al solito senza usare mezze misure: «È inutile convocarlo per poi farlo giocare fuori ruolo o non farlo giocare. Così si crea anche un danno economico alla società. Utilizzando male i vari gioielli, la vetrina internazionale diventa per loro negativa da positiva». La palla passa adesso al giocatore, il quale ha comunque già detto di non avere «alcun rimpianto. Ora penso a vincere lo scudetto». Parrebbe insomma averla presa bene, almeno lui. Che, con le sue serpentine, cercherà di mettere in difficoltà Bonucci, il cui ginocchio sta bene ma forse non benissimo: dopo un inizio stagione certamente non facile, il rossonero sarà insomma chiamato a dare una risposta da uomo vero in attesa di decidere anche se fare un passo indietro in azzurro o se continuare.

Chi invece ha già salutato Azzurra veste il bianconero: Buffon, le cui lacrime hanno fatto il giro del mondo, Barzagli e forse pure Chiellini. A Genova, contro la Samp, sarà un bel banco di prova anche per loro, ammesso appunto che Allegri decida di utilizzarli tutti insieme. Infine, Candreva: tornerà subito a San Siro, domenica sera contro l'Atalanta. Nel suo stadio che ha spento i sogni iridati di ogni calciofilo italiano. Via il dente, via il dolore.

Forse.

Commenti