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Immobile & C, che festa La Signora è senza difesa

Doppietta di Ciro, Dybala trova il pari, ma nel recupero decide Murgia. La Supercoppa è tabù

Immobile & C, che festa La Signora è senza difesa

È la notte in cui l'orgoglio batte la rabbia. E nella quale il pronostico si ribalta, con tanto di colpo di scena finale, all'alba di una stagione che parte in salita per la Juve cannibale degli ultimi anni. L'orgoglio è quello di Simone Inzaghi, sempre ko nelle sfide con Allegri, e di una Lazio che vanta un pauroso score di dieci sconfitte di fila (e un gol realizzato) in altrettante gare con i bianconeri; di Ciro Immobile, tre anni di giovanili Juve e tre presenze con la prima squadra, che aveva segnato solo una volta in nove precedenti da ex; del 21enne romano e laziale doc Alessandro Murgia, eroe per caso di una notte magica, che sui titoli di coda butta dentro di forza un pallone che legittima il successo dei biancocelesti.

La rabbia è quella che Allegri avrebbe voluto vedere per tutta la gara dalla sua truppa, ancora ferita da un'altra notte infausta a Cardiff e vogliosa di ripartire subito alla sua maniera. Ci aveva provato Dybala, alla prima con il dieci sulle spalle, a rimettere in sesto la gara con due tiri da fermo (perla su punizione e poi su un rigore dubbio concesso da Massa) ma la vera Juve si è vista solo all'inizio e alla fine della gara. Poco, forse, per prendersi il trofeo. Che finisce meritatamente nella bacheca della Lazio.

Troppo brutta per essere vera questa Juve, tra una difesa che - al netto di un Buffon ancora super - incassa sempre gol e un gioco che stenta a decollare. Merito di una Lazio capace della partita perfetta che chiedeva Inzaghi, nonostante la vigilia fosse stata agitata dal caso Keita, rimasto fuori dalla gara e a un passo dal passaggio ai bianconeri (ieri sera incontro tra Tare e Marotta per cercare di limare gli ultimi dettagli). Ciro Immobile sigla una doppietta - rigore più zuccata a superare Buffon che lo aveva abbattuto (rischiando qualcosa più del giallo in occasione del penalty) che gli fa vincere il primo trofeo italiano, guarda caso ancora la Supercoppa che il 13 agosto del 2014 vinse in terra di Germania con il Borussia Dortmund. Ma il gol del trofeo è del giovane Murgia, entrato appena da 13 minuti e abile a mettere in porta il pallone vagante in area. Una notte magica anche per lui, al quale Inzaghi ha dato più volte fiducia nel corso della passata stagione.

Inizio a testa bassa della Juve, quasi a voler subito scacciare i fantasmi della notte di Cardiff e cancellare la diffusa disillusione creatasi nell'ambiente. Strakosha fa tre parate nei primi 5 minuti e il canovaccio della sfida sembra già scritto. La verve bianconera si arresta però di colpo e la Lazio capisce che può prendere in mano la gara. La regia di Leiva non registra errori, Luis Alberto controlla a uomo Pjanic e Milinkovic-Savic apre spazi a Immobile. Tanto che le discese biancocelesti fanno male a una difesa juventina che, orfana di Bonucci, lamenta qualche amnesia di troppo. La sensazione è che, perso il difensore azzurro, non ci sia più fluidità in fase di impostazione o comunque si debbano cercare alternative valide a meccanismi stracollaudati. La Lazio controlla la partita fino a quando il fiato comincia a mancare, la Juve sorniona trova un'insperata rimonta grazie ai piedi de La Joya, ma poi si arrende al tocco del ragazzino che non ti aspetti.

La Coppa è, a sorpresa, della Lazio.

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