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Immobile e Belotti boom Doppio squillo per Mancini

Lazio e Torino forza quattro grazie ai loro centravanti Poco considerati dal Ct, vogliono riprendersi l'azzurro

Marcello Di Dio

Nella giornata in cui i calciatori italiani hanno segnato un numero di gol da record stagionale, nel tabellino marcatori non potevano mancare i nomi di Andrea Belotti e Ciro Immobile. Gemelli dell'attacco per sei mesi al Torino (in gol insieme solo contro il Frosinone il 16 gennaio 2016, la prima gara in coppia in maglia granata) e per un annetto nella Nazionale di Ventura (a segno entrambi il 12 novembre 2016 a Vaduz contro il Liechtenstein). Ieri nei poker di Lazio e Torino una doppietta per Ciro, la seconda dopo quella realizzata al Genoa il 23 settembre scorso, e una per il Gallo, tornato al gol dopo 42 giorni di astinenza. Non era mai accaduto che segnassero due gol nello stesso turno.

Una dote di 150 gol in due in serie A, ma Roberto Mancini - ieri in tribuna all'Olimpico dove ha assistito alla grande partita del centravanti laziale - li mette al momento in seconda fila nella gerarchia degli attaccanti della sua Nazionale. Belotti ha collezionato spiccioli in azzurro in 5 gare su sette del nuovo ct, essendo titolare solo a Torino contro l'Olanda a giugno, e non è stato nemmeno convocato per le gare di ottobre anche se c'era una reale emergenza nel reparto offensivo. Immobile ha giocato appena 93 minuti, complice un infortunio nelle convocazioni di giugno, ed è stato titolare solo con il Portogallo il 10 settembre. Ieri è arrivata la risposta sul campo di due giocatori che scalpitano per vestire la maglia azzurra dopo aver vissuto la «tragedia» sportiva dell'eliminazione dal Mondiale con la Svezia.

«Qualunque giocatore pensa e spera d'indossare la maglia della Nazionale - così il numero 9 granata, prima di ieri a segno solo con l'Inter a San Siro e con il Napoli in casa, oltre che con il Cosenza in Coppa Italia, la precedente doppietta stagionale - Non nascondo che ci sono rimasto male della mancata convocazione con l'Italia ma sono cose che nel calcio succedono. Io sono un giocatore del Toro e la mia convocazione passa per le mie prestazioni in granata. Sicuramente i miei gol mancavano più al Toro che a me, se o sono qua le reti devo farle per questa squadra, anche per me stesso ma sopratutto per il gruppo». Il sesto risultato utile dei granata, piombati nella zona «europea» della classifica, è merito della sua ottava doppietta in serie A, la seconda in carriera alla Samp sempre a Marassi: un gol di testa (al Gallo mancava dall'aprile 2017, quando inzuccò il 2-1 al Cagliari) e un rigore, il secondo trasformato in stagione a cancellare una media realizzativa dal dischetto non eccelsa.

Ciro Immobile, invece, si è portato a un passo dal capocannoniere Piatek. Già otto in reti in campionato (il doppio del «gemello» del Toro) e due doppiette segnate, l'altra al Genoa nel precedente 4-1 della squadra di Simone Inzaghi. «Questa alla Spal la dedico a mia moglie Jessica che amo tantissimo e che mi segue sempre, anche in trasferta - così il bomber della Lazio, arrivato a 60 reti in 80 gare di A con la maglia biancoceleste (76 su 102 partite totali). Un messaggio a Mancini che era in tribuna (con il vice Gregucci ndr)? Mi conosce, mi stima e mi ha sempre convocato. Ha dovuto fare delle scelte, mi farò sempre trovare carico». Il quarto posto in classifica è soprattutto nei piedi di Ciro, che ha messo a segno la metà dei gol laziali.

Già 17 le sue doppiette in A e Immobile si avvicina a grandi passi ai 100 gol (ne mancano solo 8): dei giocatori in attività solo Higuain e Icardi hanno una media realizzativa più alta della sua.

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