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Imola, la Formula 1 torna a casa. Storia unica tra drammi e tradimenti

Senna e Ratzenberger. Ma anche la vittoria di Schumacher nel giorno della morte della madre. E De Angelis: unico italiano 1° su questa pista

Imola, la Formula 1 torna a casa. Storia unica tra drammi e tradimenti

Imola per chi ha una certa età è un pozzo di ricordi. Belli e brutti. Dolci e tragici. Un posto che entra di diritto nel cuore degli appassionati anche se da 14 anni non compariva più sul calendario di un campionato che è andato a cercare piste assurde in posti assurdi dove la passione che si respira in riva al Santerno non potrebbero averla neppure pagandola a peso d'oro. Imola è il gran premio dei tortellini e dello squacquerone, del lambrusco che sostituisce la coca cola anche nelle lattine (sigh!). Lo hanno chiamato il piccolo Nürburgring, poi lo hanno dedicato a Enzo e Dino Ferrari.

Disegnato e costruito nel 1952, il circuito di Imola è entrato nel calendario dalla porta principale: Gran premio d'Italia 1980, l'unico corso lontano da Monza. Poi per un colpo di genio che solo da queste parti possono avere, si è trasformato nel Gran premio di San Marino e per 26 anni è rimasto in calendario segnando per sempre la storia di questo sport nel maledetto weekend del primo maggio 1994. La statua di Ayrton è lì, sempre circondata dai fiori, nel parco delle Acque Minerali non lontano dal punto dove la sua anima è volata in cielo. I suoi occhi, la sua voce, il suo spirito sono custoditi nel museo accanto all'ingresso dove in giorni normali vi consiglierei di andare. Pensi ad Ayrton e ti viene il magone, ma non dimentichi Ratzenberger che un giorno prima e pochi metri più in là, aveva imboccato la stessa via di fuga dalla vita.

Il dolore per Ayrton si trasforma in gioia malinconica andando indietro fino al 1985, il giorno di Elio De Angelis e dell'unica vittoria italiana su questa pista. In un giorno in cui tutti (Senna, Johansson) o quasi, rimasero senza benzina e Prost che aveva tagliato il traguardo per primo fu squalificato, De Angelis, compagno di Senna nella Lotus nera firmata John Player Special, si prese la coppa un anno prima di andarsene anche lui. Gioia malinconica.

Ci pensi su un po' e trovi che Imola è intrisa di ricordi agrodolci. Ad un nome che qui ha segnato un'epoca, scritto una storia, c'è sempre collegato qualcosa di triste. Prendete i tradimenti. Clamorosi. Quello del 1982 di Pironi a Gilles e quello del 1989 di Prost a Senna. Il 25 aprile 1982 ci sono soltanto 14 monoposto al via per colpa dello sciopero dei team Foca schierati contro la federazione per la squalifica di Piquet e Rosberg in Brasile. Le due Ferrari però bastano e avanzano. A dare spettacolo ci pensano Pironi e Villeneuve. Sorpassi e controsorpassi però portano alla rottura di un patto non scritto e soprattutto di un'amicizia. Ah se ci fosse stato l'ingegner Forghieri ai box Ma a quei tempi bastava la comunione di un figlio per avere un permesso. In fin dei conti la gara era vinta in partenza con Alboreto terzo e lontano. Pironi e Gilles non si parlarono più e tutti sappiamo come è andata a finire quindici giorni dopo. Il 23 aprile 1989, mentre gli angeli della Cea salvano Berger dalle fiamme del Tamburello, Senna e Prost litigano sullo schieramento di partenza mentre attendono il secondo via dopo la sospensione. Anche in questo caso colpa di un patto non rispettato. L'amicizia che c'era tra Gilles e Didier non c'era mai stata tra loro. Ma il rispetto sì. Da quel momento fu solo guerra. Con sportellate e carognate. Almeno fino a Imola 1994. A quel messaggio via radio di Ayrton al pensionato Prost: «Alain mi manchi». Non avranno più tempo di dirselo di persona.

Tristezza per favore vai via. Le sette vittorie di Michael (più una di Ralf) trasformano Imola nel paradiso degli Schumacher. Ma anche qui c'è un velo di malinconia, una tuta con un lutto al braccio. Perché nel 2003 Michael perde la mamma al mattino, poi vince per lei e guarda il cielo triste dal podio rimasto senza champagne come in quel maledetto primo maggio. La sera prima dopo la pole era volato a casa con Ralf a darle un ultimo bacio. Tenero e spietato.

Proprio come Imola.

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