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Incredibile: la moto della polizia stende mezzo Team Sky

Incredibile: la moto della polizia stende mezzo Team Sky

Blockhaus Strike. Il colpo di scena a 15 km dal traguardo. Il gruppo procede a tutta velocità su una strada dritta in leggera discesa, che porta ai piedi del Blockhaus. Wilco Keldermann entra in collisione con una moto della Polizia Stradale che, inspiegabilmente, è ferma sulla sinistra a bordo strada. L'impatto è di quelli violenti e potrebbe causare conseguenze ben più gravi, ma innesca il classico effetto domino. Una caduta che coinvolge una ventina di corridori tra i quali Geraint Thomas e Mikel Landa. I due capitani del Team Sky si rialzano doloranti e in qualche modo riprendono a pedalare, giungendo però a oltre cinque minuti dalla nuova maglia rosa Nairo Quintana. Tra quelli catapultati per aria, anche la maglia bianca di miglior giovane, l'australiano Adam Yates.

«Che peccato! dice laconico dopo il traguardo Geraint Thomas, il gallese del Team Sky -. Sono finito a terra perché qualcuno davanti a me ha preso dentro una moto della polizia. È qualcosa d'inconcepibile, assurdo (ridiculous in inglese, ndr), non possono succedere cose di questa gravità in una gara così importante. In salita poi sono andato forte e ho limitato i danni, ma ormai era tardi. Avevo già perso troppo tempo e compromesso il mio Giro. Sono molto dispiaciuto. Per me è, forse, davvero game over».

E poi aggiunge: «Cercherò di riposare e recuperare domani (oggi per chi legge, ndr), poi farò la crono al massimo e quindi vedremo a che punto saremo. Ovviamente sarà durissima vincere il Giro, ma ci sono ancora tante tappe da affrontare. La spalla? Non è il primo incidente che mi capita, penso di potercela fare».

Da parte sua, Dave Brailsford, team manager della Sky, accetta quanto accaduto con aplomb molto british: «Sono cose che accadono nello sport. Bisogna stare tranquilli e non reagire troppo emotivamente. La moto non avrebbe dovuto essere lì, credo che tutti lo abbiano visto. Ma sono sicuro che il motociclista se ne renda conto e vada lasciato tranquillo. Si cade? Capita. Ci si rialza e si va avanti: noi faremo così».

Anche il direttore del Giro d'Italia, Mauro Vegni, per cercare di difendere la polizia, si traveste da vigile del fuoco. «Il poliziotto aspettava i ritardatari per coprirli e proteggerli, come capita in ogni tappa. Se mi dite che è stato un suo errore di valutazione fermarsi lì, in un tratto stretto e che poteva magari spostarsi di 100 metri, ci può stare.

Ma quel che è successo è stato solo frutto di una serie di fatalità».

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