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Inizia l'era di Zhang: "Faremo la storia dei prossimi 100 anni"

Il più giovane presidente interista di sempre: "Vinceremo tutto in meno tempo della Juve"

Inizia l'era di Zhang: "Faremo la storia dei prossimi 100 anni"

Milano - E' nata l'Inter millennial di Steven Zhang. «Non mi fa paura la mia età, anzi sono orgoglioso di accettare questa sfida», dice il neopresidente del club nerazzurro. Cita il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, e di Tesla, Elon Musk («che si è laureato nella mia stessa università»), per dare forza al suo «largo ai giovani». A Zhang, dall'alto dei suoi 27 anni, basta un apprendistato di due stagioni in cui dice di «averla gestita da quasi presidente», per mettersi alla guida dell'Inter: «Mi spinge la responsabilità nei confronti dei tifosi. Manterrò il dna della famiglia Moratti». Già, perché tutto era già scritto quando Suning prese le redini del club, con l'ex presidente del triplete che del giovane Steven disse: «E' un ragazzo sveglio». Un'investitura, a proposito della quale rivela: «Moratti mi disse due cose: Steven in Italia la difesa è molto importante, in campo e fuori; non ascoltarmi perché sono un tifoso. Comunque parlo spesso con lui, mi ha aiutato molto».

Il ventunesimo presidente nerazzurro, il più giovane in Europa per una società di calcio, tifoso lo è diventato in fretta, subito, dopo essere rimasto dietro le quinte, facendosi notare per i bolidi, anche colorati di nerazzurro, e la passione per la moda. In realtà è stata una presenza costante in società, di cui adesso assume anche formalmente la guida dopo che ci aveva scherzato sui social, intervendo in un siparietto tra Ranocchia e Brozovic a proposito di chi comanda.

Determinato e sicuro di sé, si presenta così ai milioni di tifosi: «L'Inter è un ponte tra culture». Dice di non sentire pressione per il ruolo, anzi una sì. E arriva da casa: «Per mio padre l'unico risultato accettabile è la vittoria». Ed è anche la sua missione, vincere: «L'unica cosa che voglio fare è rendere l'Inter il club più vincente al mondo». E in fretta perché non vuole aspettare «dieci anni come la Juventus per diventare quello che è. Non ci vorrà molto a colmare il gap, possiamo batterla subito. Comunque c'è grande rispetto con Andrea Agnelli». La strada del successo resta comunque quella tracciata dai centodieci anni di storia nerazzurra: «Trasparenza e lealtà».

Capisaldi di un progetto che ha una visione «a lungo termine. Faremo ogni sforzo per rendere la squadra vincente». Fuori dal campo il nome è quello di Beppe Marotta. Tra le righe di quella che all'apparenza è una smentita («nessun contatto»), magari anche perché il dirigente è ancora sotto contratto con la Juve, c'è però un'apertura :«voglio sempre prendere i migliori». E comunque si continua a lavorare: la tempistica resta quella che fissa la data buona per la firma a ridosso di dicembre. «Andremo a rafforzare la dirigenza», è l'implicita conferma che Marotta sia più di una suggestione e il nome buono per una maggiore presenza italiana, per ora ridotta ad una unità (l'ad Antonello), nel board nerazzurro.

Invece per sognare altri top player potrebbero servire ulteriori sforzi. «Investiremo, faremo tutto quello che ci verrà permesso di fare», spiega Zhang a proposito dei presunti paletti del governo cinese sugli investimenti all'estero. Certo i numeri record del bilancio, meglio dell'anno del Triplete con 347 milioni di ricavi (e la sorprendente valutazione di Bastoni, preso dall'Atalanta per 31 milioni, mentre le plusvalenze sfiorano i 50), fanno sognare. Ma Zhang pensa anche a «infrastrutture innovative». Degne appunto di un'Inter millennials. A partire da San Siro: «Va bene che sono giovane, ma non posso aspettare per sempre. Il Meazza è la nostra prima scelta, ma se Milan e la città di Milano non si allineano a noi saremo obbligati a prendere un'altra strada». Cioè un nuovo stadio. Zhang manda anche un avviso ai naviganti: «Non paragonateci ad altri investitori cinesi». Ogni riferimento a Yonghong Li è puramente casuale. Suning è un'altra cosa, pronta anche a liquidare il 31,05 per cento di Thohir che lascia la carica di presidente. Ma Steven non ha fretta: «Sono qui per restare a lungo. Faremo la storia. Spero che tra 50 anni ci sia un altro Zhang e pure tra cento». Steven saluta regalando selfie.

E' proprio l'Inter dei millennials.

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