Sochi 2014

Inner sfida Miller e Svindal sulla pista del rischiatutto

Discesa velocissima e spettacolare che esalta i big del brivido. Solo Paris è in ritardo: "Ma la gara è la gara: cambia tutto"

Inner sfida Miller e Svindal sulla pista del rischiatutto

Sochi - Le enormi tribune ieri erano quasi deserte, solo qualche addetto si godeva il sole e gli ultimi momenti di tranquillità, da oggi lo sci alpino comincerà a fare sul serio e lo farà con una delle gare più attese, la discesa maschile. È un vero peccato che in Italia saranno le 8 di mattina quando il numero 1 prenderà il via, la tensione qui è al massimo perché si prevede una gara spettacolare su una pista unica al mondo. Fra le poche persone che ieri in tribuna seguivano le prove degli ultimi (poveracci, fanno fatica i migliori, pensate loro!) c'era anche l'architetto della Rosa Khutur, Bernhard Russi, campionissimo svizzero degli anni Settanta bravo a sfruttare la natura del posto, disegnando sulla montagna, ripidissima nella parte alta, ampi curvoni seguiti da improvvisi cambi di pendenza che creano salti impressionanti e lunghissimi, fino a 60 metri.

«Ci vorrà tanto coraggio», ha detto Peter Fill, uno dei quattro azzurri al via oggi. Come anche Innerhofer, Heel e Paris, Fill ha preferito rinunciare alla cerimonia di apertura di venerdì sera per concentrarsi sulla gara, cosa che non hanno fatto né Miller né Svindal (portabandiera norvegese), ieri primo e secondo davanti proprio a Fill e a Werner Heel. Ma l'ultima prova è stata poco attendibile, molti atleti si sono fermati a metà pista dopo aver provato solo le linee nei curvoni iniziali, fra loro Christof Innerhofer e Matthias Mayer, che potrebbe regalare all'Austria quella medaglia mancata a Vancouver quattro anni fa dagli sciatori, creando un dramma nazionale.
Ma i favoriti per le medaglie di oggi sono tantissimi: Miller, Svindal, Mayer come detto e poi ancora gli azzurri, Kueng, Jansrud e il redivivo Carlo Janka. Il più gettonato è però l'unico che ieri ha provato a sciare dando il 100%, Bode Miller. «Perché non tirare? In discesa se scendi per scendere rischi il doppio, mi è bastato vedere le cadute di quei due giovani (Rok Perko, sloveno, e Brice Roger, francese finito all'ospedale con ginocchio distrutto, ndr) per convincermi che scendere tranquillo come a volte si fa in prova sarebbe stato sbagliato. Questa pista ha i denti ed è pronta ad azzannarti ad ogni metro, se sbagli può diventare davvero pericolosa!». Proprio così. Ecco cosa ne pensa Svindal: «È molto difficile, gli sci sbattono e ti sembra di andare a 160 all'ora anche se sei a 130, ma siamo o non siamo i migliori sciatori del mondo? Lo siamo, quindi eccoci serviti».

Per la cronaca, la velocità massima toccata ieri dal canadese Osborne-Paradis è stata di 137, la media di Miller nei due minuti abbondanti di azione di 99,79 km/h. «In discesa di solito si cerca di fare la massima velocità, qui direi che il problema è un altro, devi cercare di controllare la velocità che prendi nella parte alta ripidissima» dice invece Kjetil Jansrud che, come tutti, esalta e indica come favorito Miller: «La sua prova di ieri è stata epica, le sue linee pulite strette e precise incredibili, sarà davvero difficile batterlo».

Dicevamo degli azzurri favoriti, ma se Fill, Heel e Innerhofer sono sicuramente da podio, un po' meno lo è l'uomo su cui alla vigilia si puntava di più e cioè Dominik Paris, l'unico sciatore italiano ad aver vinto in coppa del mondo quest'inverno. Ieri aveva lo sguardo spento, sconsolato: «Becco 3"20… ne ho davanti una quindicina e tanti fra i più forti non hanno tagliato il traguardo… non sono veloce e non capisco il perché». Sperare che Dominik si ritrovi proprio in gara non è assurdo visto che, come dice lui, «gara è gara, tutta un'altra storia».

Difficile però sperare che campioni come Miller o Svindal patiscano l'ora x.

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