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Insigne illude, ma il City dà lezione

Il Napoli regge un'ora, poi la squadra di Guardiola dilaga. Champions appesa a un filo

Insigne illude, ma il City dà lezione

nostro inviato a Napoli

L'avventura europea del Napoli sembra arrivata al capolinea. E chissà che questo non possa essere un vantaggio per il cammino futuro stagionale della truppa di Sarri, seria candidata allo scudetto. L'aver affrontato a viso aperto il City molto più di quanto era accaduto all'andata, lascia maggiori rimpianti sul risultato finale, forse anche troppo rotondo a favore del Manchester (prima squadra inglese dal 1970 a vincere al San Paolo). Ma alla squadra di Guardiola è bastato poco per ribaltare la gara dopo l'inizio spumeggiante dei padroni di casa e poi per riprenderla in mano quando il Napoli aveva avuto un sussulto d'orgoglio.

Gran bello spettacolo quello visto al San Paolo («Si sfidano le più belle d'Europa, nate per divertire», aveva detto alla vigilia De Laurentiis) ma alla fine prevale la maggiore malizia e attitudine a partite così importanti. City qualificato agli ottavi con un percorso netto, Napoli costretto a una vera e propria impresa per rimontare sei punti negli ultimi 180 minuti allo Shakhtar Donetsk, da battere fra venti giorni al San Paolo con almeno due reti di scarto, sperando che poi gli inglesi non facciano regali agli ucraini nella gara conclusiva del girone.

A Guardiola, ospitato a Napoli con il suo City, avevano riservato in un hotel sul lungomare una suite da 4.000 euro a notte, privilegio concesso solo a star dello spettacolo e non ad altri allenatori. Alla prima al San Paolo, alla sua squadra non è stato concesso nessun privilegio, almeno nella fase di avvio. L'inizio devastante del City nella gara di andata all'Etihad viene ricambiato dal Napoli in casa propria: 25 minuti di grande calcio, pressing asfissiante (l'unico modo per mandare il City «nell'acqua alta», parole di Sarri) e giocate sopraffine. Una di queste, il triangolo Mertens-Insigne, porta il folletto di Frattamaggiore al gol. Un altro pesante dopo quello segnato nel marzo scorso al Bernabeu. Alla fine il duello all'ombra di Diego (Maradona, che avrà seguito la gara da Dubai) con Aguero finirà a favore di Lorenzo il Magnifico, anche se il peso del gol dell'argentino sarà maggiore, mentre a Insigne resterà l'urlo in gola per la traversa colta su un'altra giocata straordinaria.

Dopo la partenza sprint, il Napoli ha il demerito di fermarsi. O meglio, è il City che reagisce alla maniera dei grandi. Si fa male Ghoulam (sospetta distorsione al ginocchio destro), il più spremuto da Sarri in quest'avvio di stagione, i centrocampisti di casa non riescono più a rimanere alti, schiacciati da Fernandinho e Gundogan, e la truppa di Guardiola si rimette in carreggiata. Pari di Otamendi (al primo gol in Champions, ma terzo stagionale), traversa di Stones che poi effettua il sorpasso a inizio ripresa. Incredibile, il City delle stelle dalla cintola in su si riprende la gara con i gol dei due difensori centrali.

Ma la partita è infinita, il rigore di Jorginho (calcione di Sanè ad Albiol) ridà vigore al Napoli. Trafitto però dalla voragine lasciata al tedesco di origini senegalesi che manda in gol Aguero. E ancora nel finale da Sterling. Il delitto perfetto di una squadra che ha i mezzi e un allenatore bravissimo in panchina per arrivare il più avanti possibile in Champions.

Il Napoli esce tra gli applausi, conscio di aver perso con una squadra che le è superiore e di aver fatto tutto il possibile.

Unico neo: quel giallo finale (ed evitabile) per Koulibaly che, diffidato, salterà la partita con lo Shakhtar.

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