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Insigne, una perla per il Napoli De Laurentiis anti-Sarri la rovina

La punta imita Totti e Del Piero e lascia una speranza per il ritorno col Real. Ma tra presidente e tecnico è gelo

Insigne, una  perla per il Napoli De Laurentiis anti-Sarri la rovina

Campioni del mondo come Totti e Del Piero (due volte a segno nel tempio del Real), Pirlo, De Rossi e Altobelli, persino il fenomeno ribelle Cassano ma anche un "carneade" come lo svizzero naturalizzato italiano della Lazio Guerino Gottardi o ancora negli anni Sessanta il Lodetti del Milan e il Cappellini dell'Inter, poi passato alla Roma. Da mercoledì sera Lorenzo Insigne è entrato nella ristretta cerchia dei giocatori di casa nostra a far gol al Bernabeu. Un gol d'autore come quelli dei capitani della Roma e della Juventus o dello stesso Pirlo, l'ultimo italiano (allora in rossonero) a esultare nel fortino madrileno 88 mesi fa. Un gol che tiene viva la speranza dei napoletani per il match di ritorno al San Paolo contro il Real. Una serata indimenticabile per l'attaccante "tascabile" che di recente ha dichiarato: «Il pallone è il mio vizio, la strada è la mia scuola».

E tanta strada ha fatto Lorenzo da quando alla scuola calcio del quartiere dicevano che era troppo basso. Con il Napoli sta per tagliare il traguardo delle 200 partite e dei 40 gol e contro il Real si è regalato una delle sue perle più preziose. Una rete alla Del Piero, eroe al Bernabeu nove anni prima di lui e al quale Insigne avrebbe voluto sempre chiedere l'autografo («un esempio per il suo modo di giocare, per come tirava le punizioni, per la sua professionalità e perchè non discuteva mai con nessuno, nè dentro nè fuori dal campo»). Negli spogliatoi a pochi minuti dalla gara, era il più attento ad ascoltare il discorso di Maradona alla squadra, alla fine del primo tempo ha scambiato la maglia con Cristiano Ronaldo che negli ottavi di Champions aveva sempre segnato e che stavolta, a differenza di Lorenzo il Magnifico, è rimasto a secco.

La serata magica di Insigne ha però il rovescio della medaglia nella polemica innescata da De Laurentiis subito dopo il fischio finale dell'arbitro Skomina che ha choccato la piazza napoletana più dei tre gol incassati dalla squadra di Zidane. Tre come le stoccate in sequenza dal patron al tecnico Sarri: in campo non si è vista la faccia tosta promessa, il modulo e le scelte vanno riviste e soprattutto non ha senso non far giocare e crescere ragazzi pagati a peso d'oro. «Nessuno ha avuto la "cazzimma" tranne un napoletano doc come Insigne», ha tuonato De Laurentiis. Puntuale la replica di Sarri che non accetta intromissioni e che ha la squadra dalla sua parte, come evidenziano le parole di uno dei senatori del gruppo, il portiere Reina, nella pancia del Bernabeu: l'allenatore ha difeso il suo lavoro a Castelvolturno e la scelta di Mertens falso nueve per l'infortunio di Milik. Il gelo è nuovamente calato fra allenatore e presidente. Nessun chiarimento sul volo di ritorno per Capodichino visto che De Laurentiis non è ripartito con la squadra ma ieri è volato negli States per lavoro: per il presidente la tempesta è già finita anche se sarà difficile ricomporre la frattura se non in un confronto a quattr'occhi. Anche se vedere lo sguardo torvo del patron e quello imbarazzato del tecnico davanti alle critiche ricevute non è un buon viatico per il secondo tempo della sfida di Champions. «Loro hanno fatto la miglior partita degli ultimi mesi, noi la peggiore...», l'analisi di Sarri. Che crede nell'impresa con un San Paolo che il 7 marzo sarà pieno come non accadeva da anni. Quelli epici di Maradona..

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