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Inter confusa dalla Signora: Mancini, adesso o mai più

La coppa per rianimare i nerazzurri in campionato Il tecnico: «Un momento no da superare in fretta...»

Inter confusa dalla Signora: Mancini, adesso o mai più

Claudio De Carli«Non dovete pensare a quello che avete fatto. Vi voglio incoscienti». È la richiesta di Massimiliano Allegri alla vigilia di Juve-Inter. Va via facile lui con zero problemi e una squadra in rimonta esagerata, dodici vittorie consecutive fra campionato e coppa Italia. Dice che il pericolo adesso è un eccessivo entusiasmo e lui si aspetta un'Inter rabbiosa. Ma questa semifinale è uno snodo solo per l'Inter. Allegri dice che la coppa Italia è un obiettivo importante ma poi teme l'Inter come una qualunque che gli stia capitando fra i piedi, un fastidio che passa come le dichiarazioni di Buffon di qualche giorno fa: «A San Siro l'Inter poteva schiacciarci, noi non stavamo bene e loro hanno perso una grande occasione». Sono cose che si dicono quando ci si sente di altra categoria, dovrebbe bastare questo per spingere Mancini a dare una prova concreta delle sue intenzioni. L'Inter ha bisogno di una strizzata, è arrivato il momento della resa dei conti, deve fare il colpo. Deve togliere questa idea di confusione che si sta facendo largo. Guarin sembrava una delle guardie del corpo del Mancio, un'altra punta sembrava l'ultimo dei problemi, accentrare molto potere fra le mani dell'allenatore la decisione più saggia, consegnare la fascia di capitano a Icardi la mossa perfetta per responsabilizzarlo e motivarlo. Un progetto è buono quando funziona, ma poi va via proprio Guarin, uno che teneva insieme, Mancini chiede una punta così almeno questi che ci sono si svegliano, e Icardi non sta dando segnali da capitano. Il Mancio, solitario per scelta e con pieni poteri, si sta accorgendo che il peso è tanto. La società è ancora in via di allestimento, nei ruoli e nei compiti, quello che la squadra ha dato finora è già tanto.La menata del gioco inesistente arriva puntualmente dopo un pari o una sconfitta. Il Madrid non ha gioco, si affida ai suoi costosissimi solisti, se vince tutto bene, altrimenti Perez cambia l'allenatore, è una regola. Mancini non ha la rosa di Zidane, ma è altrettanto vero che non corre gli stessi rischi, Thohir sembra molto più indulgente del señor Florentino. Il momento è adesso, allo Stadium che ha perso la sua verginità proprio contro l'Inter di Stramaccioni. C'è bisogno di arrivarci da club che vanta un posto da élite nel calcio. Questo il Mancio lo sa: «Ci sono momenti purtroppo in cui le cose non vanno - ha detto a Inter Channel -, e non perché i ragazzi stiano giocando male. Vediamo di superare in fretta questo momento, abbiamo la possibilità di farlo, dobbiamo stare tranquilli». Ha annunciato un turn-over vigile, domenica il derby, mercoledì il Chievo. Anche Allegri ha in mente qualcosa, ha anticipato Morata fin dal primo minuto, Khedira a riposo, dubbio Pogba e su Dybala ha una sua opinione: «Non è che debbano giocare sempre gli stessi, devo gestire al meglio le risorse, con la Lazio ho cambiato 5-6 giocatori facendo comunque una prestazione di alto livello».

Il Mancio potrebbe spiegargli che l'Inter non è la Lazio.

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