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Inter pazza e vincente Vecino, ancora lui che testata alla crisi

Tottenham presuntuoso, ribaltato negli ultimi minuti. Icardi gol al debutto, Spalletti respira

Inter pazza e vincente Vecino, ancora lui che testata alla crisi

L'Inter torna in Champions e torna pazza ribaltando il Tottenham nel finale dopo essere stata sull'orlo del baratro colpita da un tiro malefico di Eriksen. A un destino crudele si sono ribellati Mauro Icardi con un dardo dalla distanza e Vecino con una testata. L'uruguaiano si conferma l'uomo Champions perché dopo aver segnato il gol qualificazione all'Olimpico contro la Lazio lo scorso maggio, fa esplodere San Siro al minuto novantadue regalando una vittoria insperata in una partita in cui il pareggio sarebbe stato più giusto. Spalletti aveva detto che poteva essere la gara della svolta: aspettando il gioco lo può essere a livello morale. Perché il capitano nerazzurro si sblocca facendo centro all'esordio in Champions in una partita in cui fino a quel momento, cioè l'86', non aveva praticamente mai tirato e soprattutto toccato pochissimi palloni (sbagliandoli). In quel destro spettacolare c'è tutta la rabbia dell'Inter che si prende tre punti pesantissimi nella prima in Champions. In quel Luna Park, Spalletti dixit, i nerazzurri scelgono per larghi tratti di stare nella casa della paura, prima di regalarsi un giro sulle montagne russe insieme ai 65mila di San Siro. Se c'era una sceneggiatura già scritta per festeggiare il ritorno in Coppa Campioni dopo sei anni non poteva essere migliore. Il Tottenham ha la colpa di non chiudere la sfida quando l'Inter barcolla per il campo, Pochettino toglie anche Kane accontentandosi del pareggio; l'Inter ha il merito di restarci aggrappato aspettando il suo momento. Più con il carattere che con il fisico perché quello è evidente fin da subito che non è all'altezza.

Spalletti, inoltre, recupera D'Ambrosio solo per la panchina e sposta Skriniar sulla corsia di destra, preferendo Politano a Candreva nel tridente alle spalle di Icardi. La voglia di Europa dell'Inter, dopo è tutta nell'urlo Champions di San Siro, per dire siamo tornati, dopo 2380 giorni dall'ultima volta. I nerazzurri a dire il vero in campo ci mettono un po' troppo a prendere confidenza con un palcoscenico per molti mai calpestato e rispettano, anche troppo, il Tottenham di questi tempi.

Gli Spurs come l'Inter non sono al meglio. La conseguenza è una partita bloccata tatticamente con gli inglesi che cercano il possesso palla, mentre l'Inter prova ad andare in verticale per innescare, senza riuscirci, Icardi. Nella sfida tra capitani e prime punte, Kane può contare sul genio di Eriksen, il giocatore che manca all'Inter, ma non riesce a tirare dopo aver dribblato in area Handanovic. La squadra di Spalletti alza la pressione per mettere in difficoltà la balbettante difesa inglese. Nainggolan suona la carica, ma è l'emblema di una squadra che fisicamente ha una marcia in meno.

E quando il momento è negativo ti gira proprio tutto storto. La dimostrazione al minuto cinquantatré quando Handanovic respinge il tiro di Eriksen, lo stesso danese calcia una seconda volta e ne esce un pallonetto malefico che beffa il portiere. La reazione dell'Inter è subito e solo in un colpo di testa di Perisic, ma il Tottenham fa paura due volte con Lamela e con Lucas. Spalletti a quel punto deve pescare qualcosa dal cilindro. La mossa è Candreva per un Perisic non al meglio. E subito dopo Keita. L'Inter sembra avvitarsi su se stessa, senza intensità e con Brozovic a predicare nel deserto senza idee. E' una sorta di voglio ma non posso. Solo una scintilla può accendere una squadra che rincula facendo perdere la pazienza a San Siro. Puntuale quanto insperata arriva a quattro minuti dalla fine: sul cross di Asamoah, Icardi inventa un destro al volo dal limite dell'area che spezza l'incantesimo personale, della squadra e di Spalletti, che già sentiva nelle orecchie risuonare il nome di Antonio Conte. Scacciato via del tutto dalla testata di Vecino che fa esplodere San Siro. We are back recitava lo striscione.

L'Inter è tornata.

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