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Inter, è vera crisi: la vittoria resta tabù

Con la Spal mancano gioco, idee e subisce il pari nel finale. Ma c'è Pastore in arrivo

Inter, è vera crisi: la vittoria resta tabù

Quando stai male la nonna consiglia un brodino. Sembra poco ma, a volte, non c'è niente di meglio. Quando arrivi da 4 pareggi e 2 sconfitte nelle ultime sei partite, ti chiami Inter e giochi contro la neo promossa Spal, un brodino non basta. Ci vuole qualcosa di sostanzioso, una vittoria, magari anche non meritata, pure con un autogol goffo può andare bene. E così sembrava ma la malattia di questa Inter è più grave del previsto e allora niente brodino, solo gli avanzi di un pareggino e a letto senza cena. All'ora di pranzo. Un pareggio, un altro, peraltro pienamente meritato dalla Spal di Semplici e appuntamento con i tre punti ancora rinviato per i nerazzurri. Un altro pari che sancisce una crisi vera e adesso il quarto posto scricchiola.

Spalletti era stato profeticamente Cassandra alla vigilia dicendo che fiducia trasmette fiducia e aiuta a ottenere risultati. Ma questa Inter di fiducia ne ha davvero poca. Spenta, con poche idee e un gioco scolastico. E quando per puro caso trova il vantaggio non solo non è capace di arrotondare ma nemmeno di mantenerlo, lasciando campo e occasioni alla Spal. «Non sono preoccupato, c'erano dei momenti di vuoto in cui non riuscivamo a sviluppare il nostro gioco anche quando vincevamo», analizza Spalletti che però poi ammette: «Sono cominciate a venire meno le nostre sicurezze». Già, se il successo in casa Inter manca dal 5-0 al Chievo dello scorso 3 dicembre è evidente che qualcosa si sia rotto. 7 senza vittorie in campionato più le due di coppa Italia. La classifica dice ancora Champions ma se l'andazzo non cambia in fretta saranno guai.

A Ferrara il primo tempo è poca cosa, solo un'occasione per Candreva, sventata da Meret al suo esordio stagionale con la Spal e un colpo di testa di Grassi. In avvio di ripresa Spalletti prova a rivitalizzare l'Inter inserendo Eder per Candreva, che questa volta era stato più brillante delle ultime uscite, e trova subito il gol. Ma solo per caso. Cancelo crossa debolmente, Vicari, senza pressioni, arriva goffamente sul pallone e con un tocco al volo trova l'angolino della sua porta. Ti aspetti che l'Inter faccia di tutto per chiudere la partita ma, a parte un'occasione di Vecino sprecata, si squaglia, sparisce e soffre il ritorno della Spal. Icardi là davanti tocca pochissimi palloni e non ha nemmeno un'occasione palesando tutti i limiti di un sistema di gioco che, al momento, non funziona. E così Kurtic prima e Paloschi poi sfiorano il pareggio a cavallo della mezz'ora ma manca la precisione.

Quando l'Inter pensa di aver scampato il pericolo ed aver trovato finalmente i tre punti, arriva il pari. È l'ultimo minuto quando Antenucci crossa per Paloschi che di testa in tuffo sancisce la crisi dell'Inter. Non è una beffa ma una logica conseguenza di quanto fatto. Non basta l'esordio di Rafinha e nemmeno le voci sull'arrivo di Pastore: tra oggi e domani si può chiudere.

A questa Inter serve una scossa o anche l'anno prossimo l'Europa che conta resterà soltanto un miraggio.

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