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Investire sul vivaio il segreto tedesco

Investire sul vivaio il segreto tedesco

H a sempre ragione Gary Lineker: «Il calcio è un gioco nel quale ventidue uomini rincorrono un pallone per novanta minuti e alla fine vincono sempre i tedeschi». Europeo under 21 e Confederations cup, due colpi nel giro di poche ore, le truppe di Germania hanno portato a casa il primo premio. E nemmeno schierando la squadra tipo, i migliori della Bundesliga. No, le cosiddette seconde linee hanno dimostrato che la scuola è eccellente, insomma Deutschland über alles. Non bastava frau Angela, nel senso di Merkel, non bastava la Deutsche Bank, la Germania continua la sua marcia e nel calcio, come in altre discipline, ribadisce il proprio potere.

La Germania è la seconda nazione europea come numero di medaglie olimpiche, alle spalle del Regno Unito (824 contro 873), l'Italia è andata sul podio 692 volte. Ovviamente tengo da parte Unione Sovietica (1204) e Stati Uniti (2802). Nel calcio il mondiale del 2006, con la sconfitta in casa e il trionfo latino della finale Italia-Francia e il titolo agli azzurri, è stata la stazione di partenza per la riorganizzazione delle varie leghe calcistiche e lo sfruttamento dell'enorme patrimonio di immigrazione (soprattutto turco) che ha irrobustito il telaio messo a punto da Joaquim Loew. La stessa Germania ha saputo resistere al ciclone che ha travolto prima il presidente del Bayern Uli Hoeness, condannato a tre anni e mezzo di carcere per frode fiscale; quindi lo stesso nuovo presidente della federcalcio, Wolfgang Niersbach, squalificato da Fifa e Uefa per uguale motivo, insieme con Franz Beckenbauer, sempre per una questione di denari milionari legati all'aggiudicazione alla Germania del mondiale 2006. Gli scandali non hanno cambiato il passo dei tedeschi che non hanno aperto i mercati all'invasione di capitali forestieri non meglio identificati ma hanno compreso in anticipo, rispetto ad altri paesi, l'Italia prima di tutti, che il vero investimento sarebbe stato quello del vivaio.

Prima di Gary Lineker anche un altro suddito di Elisabetta, Margareth Thatcher, aveva previsto tutto: «E' chiaro i tedeschi non vogliono ancorare la Germania all'Europa ma l'Europa alla Germania». E il mondo?

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