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Inzaghi smonta il caso Cerci: «Se mi avesse attaccato sarebbe fuori rosa»

Milanello. Le favole, di solito, si raccontano di sera ai bimbi in attesa del sonno ristoratore. Ieri Pippo Inzaghi ha provato a raccontarne una sul conto di Cerci subito dopo l'ora del caffè, prima di trasferirsi a Verona con il Milan impegnato in un viaggio che è una specie di ennesimo bivio. La favoletta è la seguente: non c'è stato alcun alterco con Cerci a fine-partita, sedato dall'intervento, opportuno, di Adriano Galliani. «Ha chiesto spiegazioni sul ritardo del terzo cambio, io gliele ho date e sono state accettate. Perciò non si pone il problema: è stato un confronto con rispetto delle parti, altrimenti Cerci sarebbe finito fuori rosa», ha dettato Pippo risentito perché la vicenda sia uscita dai confini dello spogliatoio di San Siro dove il duello rusticano si è svolto.

Tutti insieme possiamo fare finta di credere alla ricostruzione di Inzaghi, confermata dal tweet di Cerci, ma non è questo il punto. L'ex Atletico, infatti, stasera a Verona è in ballottaggio con Menez, che negli ultimi due giorni non si è potuto allenare per un affaticamento muscolare, ma che comunque resta ancora leggermente avvantaggiato.

L'unico modo per disinnescare il dissidio interno è quello di proseguire nella striscia vincente contro il Chievo, in quella Verona dove il suo Milan ha vinto l'ultima volta in trasferta nell'ottobre del 2014, quattro mesi fa insomma.

Silvio Berlusconi è rimasto per la seconda volta consecutiva lontano dai vialetti di Milanello ma non è certo un allarme, piuttosto è l'utilizzo di Destro con piena soddisfazione l'altro argomento all'ordine del giorno. Col Cesena Menez un po' l'ha cannibalizzato, come è successo già con Torres, la verifica è fissata a Verona.

Progetto stadio: in mancanza di affidabili partners, l'idea del club è quella di procedere all'emissione di bond per finanziare la struttura.

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