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«Inzaghi, un Van Gaal giovane tutto energia, parole e martello»

L'olandese del Milan: «Il mondiale mi ha dato la carica La Juve primo vero esame. Ma lo sarà anche per loro»

Caro De Jong, ma cosa si è messo in testa? Adesso è capace anche di fare gol?

«Io provo sempre, quando è possibile. Ma al primo posto, nella mia graduatoria, c'è l'interesse della squadra. Soltanto dopo vengono i miei gol».

D'accordo ma quello di Parma non è stato un gol qualsiasi…

«Forse perché eravamo in 10 contro 11 in quel momento preciso della partita. Sono andato in contrasto su Cassano e gli ho portato via la palla, ho visto che alle sue spalle c'era il deserto e allora mi sono detto: “dai Nigel, vai!”».

Gli altri reduci del mondiale hanno accusato qualche pausa, de Jong invece no: c'è una spiegazione?

«Perché il mondiale semmai mi ha dato la carica. E sono arrivato in ritiro che ero già bello pronto per ricominciare».

Molti milanisti in questi giorni si chiedono: ma quando rinnoveranno il contratto a de Jong?

«Io ho voglia di restare al Milan e ho ripetuto che voglio chiudere qui la mia carriera. Il Milan è un club con una storia e una tradizione straordinarie, se non può arrivare primo deve lottare per classificarsi tra i primi tre posti. Lo so che è difficile, lo so che ci sono tante squadre forti e organizzate come noi, ma dobbiamo provarci».

A che punto è la trattativa?

«So che la società ha contattato il mio agente, hanno un appuntamento per la prossima settimana».

Al Milan di quest'anno è cambiato tutto: l'allenatore innanzitutto. Che scoperta è stata Pippo Inzaghi?

«È diverso, molto diverso dagli altri allenatori che ho avuto in carriera. Per certi versi può essere accostato al giovane Van Gaal. Esprime tanta energia, continua a parlare, a martellare, pensa ancora da giocatore».

Cosa invece non ha funzionato con Seedorf?

«Clarence è il passato, inutile stare a rievocare. È stato un grande giocatore, ai miei occhi è ancora una leggenda, sarà un grande allenatore, è un mio grande amico e io non ho che ricordi positivi».

Galliani ha raccontato che è stato lei a convincere van Ginkel ad accettare il trasferimento a Milanello: come ha fatto?

«All'inizio il ragazzo non aveva parlato con nessuno e quindi risultava indeciso. Poi c'è stato il colloquio con Mourinho, quindi l'ho chiamato io e così ha scelto di venire da noi. È ancora un ragazzo, appena 22 anni, è il classico centrocampista “box to box”, può giocare sia a destra che a sinistra, deve trovare la condizione perché è stato fermo per infortunio».

Sabato arriva a San Siro la Juve che ha staccato il Milan di oltre 40 punti nell'ultimo campionato: missione impossibile?

«No. Ma solo se saremo scortati dalla grande fiducia che è arrivata nel gruppo dopo le prime due partite e da una straordinaria fede nei nostri mezzi. La Juve ha sempre vinto lo scudetto negli ultimi tre anni: non dobbiamo scoprirla. In Champions ha vinto e convinto. Per avere delle chances di successo dobbiamo cominciare a lottare dal primo minuto».

Sarà il primo vero esame del nuovo Milan?

«Certo. Ma lo sarà anche per loro».

C'è un rivale che vorrebbe togliere ad Allegri?

«Sì ed è Tevez. Io ho conosciuto bene Carlitos a Manchester ed è un vero guerriero, è una pedina essenziale della Juve attuale».

In giro c'è qualche sognatore che ha cominciato a straparlare di Milan da scudetto…

«State calmi, siamo solo alla seconda partita».

Anche il famoso Milan degli olandesi è irraggiungibile…

«Altri tempi, altri giocatori. Noi dobbiamo credere in questo Milan e possiamo fare bene se manteniamo lo spirito delle prime settimane».

Il modulo Inzaghi prevede tanti gol ma anche una difesa ballerina per usare un eufemismo: come si risolve la questione?

«Se volete gioco io in difesa! È una battuta, naturalmente. Non so come si risolve questo problema. Dico solo che adesso abbiamo qualche giorno per preparare al meglio la sfida con la Juve».

È forse colpa del sistema di gioco con le tre punte?

«A me piace il 4-3-3 perché offre sempre profondità al nostro gioco, poi sulle formule tattiche io non discuto molto, non mi appassiona l'argomento».

Menez è una sorpresa?

«È impressionante. Quando gli ho visto fare il secondo gol a Parma, correndo lateralmente rispetto alla porta, e colpendo col tacco, ho pensato: mamma mia!»

Sabato sera tornerà a San Siro Allegri: dicono che non sarà accolto da amico…

«Non lo so e non mi interessa granché: questo è un argomento solo per voi giornalisti. Quello che conta è il risultato finale e i 3 punti da guadagnare contro la Juve, qualora ci dovesse riuscire».

Marco Van Basten è tornato in panchina anche se da assistente…

«Qui al Milan i tifosi sono ancora molto legati a Marco: è una buona notizia per tutti».

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