Europei 2016

Italia da corsa ma con la testa: il Belgio per dirci chi siamo

Conte carica la Nazionale: «Voglio undici guerrieri». Pellè con Eder. De Rossi in regia, Darmian a sinistra

Italia da corsa ma con la testa: il Belgio per dirci chi siamo

Dal nostro inviato a Lione

La nazionale di duri, sporchi e cattivi è pronta a stupire. L'Europeo dell'Italia inizia stasera tra mille perplessità, ma anche con grande curiosità. Il primo ostacolo è il più duro, quel Belgio diventato negli ultimi anni modello di organizzazione in campo e fuori e diventato da matricola terribile la seconda squadra del ranking Fifa. Solo in due nella truppa azzurra superano le 100 presenze, il trio Bbc della difesa è ben oltre le 50, Candreva è a 38, tutti gli altri vanno dall'unico gettone di Sturaro ai 26 di Thiago Motta. È uno strano gruppo quello di Conte, ct a scadenza: rosa umile, incosciente, inesperta, con una difesa di ferro ma con un attacco senza neppure un gol in un grande torneo. Ecco che il valore aggiunto sarà proprio lui, l'allenatore leccese, che ha varato una squadra di tuttofare. Giocatori eclettici e polivalenti per evitare rischi o eventuali equivoci tattici. Un gruppo che sta usando il basso profilo e sta viaggiando a fari spenti, conscio di alcuni limiti tecnici e di poca fantasia ma sicuramente dotato di corsa e polmoni. Che in una competizione breve potrebbe risultare importante.

«Conte è concentratissimo, ma è normale per lui, è il nostro condottiero - dice il presidente Figc Tavecchio che ieri mattina, nella rifinitura degli azzurri ha indossato la tuta e si è divertito con il pallone sul campo, colpendo anche un palo a porta vuota -. Siamo a Lione per vincere, anzi lo faremo: finirà 1-0 per noi».

Al di là dei pronostici, l'attesa per il debutto in casa azzurra è grande. «Sono emozionato come quando la vivevo da calciatore, ora la vivo anche con grande responsabilità, ma sono contento di come abbiamo lavorato in queste settimane - così Conte, tirato in volto ma sorridente -. Wilmots dice che siamo una squadra di guerrieri? Di guerrieri ne vedremo 46, ovvero tutti noi e loro, perché entrambe le squadre metteranno qualcosa in più. Loro hanno un gruppo talentuoso che nasce dall'ottimo lavoro fatto nel movimento calcistico, restano una delle favorite».

La prima Italia è già decisa: retroguardia juventina, Candreva (l'uomo chiave dal punto di vista tattico secondo il ct belga Wilmots) e Darmian sugli esterni, De Rossi playmaker con ai fianchi Parolo e Giaccherini, la coppia Pellè-Eder (la più prolifica dell'era Conte) in attacco. Una squadra che guarda con rispetto alla formazione dei Diavoli Rossi, e sarebbe in effetti molto pericoloso e poco intelligente accettare nella nostra metà campo l'uno contro uno contro gente del calibro di De Bruyne e Hazard. «Se li attaccheremo subito perché dite che hanno una difesa debole? Ritenere deboli calciatori di grandi squadre e con esperienza è sbagliato, il Belgio ha grande talento davanti, grande quantità e sostanza a centrocampo, è una squadra che può far parlare ora e nel futuro», dice il ct che ritroverà Hazard e Courtois al Chelsea, con il primo che stasera vuole dimostrare al suo nuovo tecnico tutto il suo valore.

L'Italia e l'Europa non si sono mai viste di buon occhio: una sola vittoria nel 1968, due finali perse nel 2000 (contro la Francia al Golden gol subito mandato in pensione) e nel 2014 (contro la Spagna senza mai essere in partita), persino qualche mancata partecipazione e un'eliminazione cocente per un "biscotto" scandinavo nel 2004. Ora tenteremo una nuova impresa quasi impossibile, anche se il torneo è iniziato con grande equilibrio. «La nostra partita è una delle più interessanti, come ha dimostrato anche la gara amichevole giocata con il Belgio a novembre - chiude Conte -. Nei tornei brevi bisogna essere preparati». E soprattutto bisognerà dare tutto, senza avere rimpianti. Ma il gruppo di brutti, sporchi e cattivi ne è consapevole.

«Incontrare l'Italia è sempre difficile, non possiamo sbagliare, bisogna farsi trovare subito pronti, ma è meglio avere pressione addosso», l'opinione del ct belga Wilmots. Avrà già messo le mani avanti?

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