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Italia seconda all'Eurofestival del tarocco

«Il cancro del calcio». Così Michel Platini ha definito il match fixing, le partite truccate. Un virus che, stando a un recente rapporto Uefa, ha contagiato oltre mezza Europa. Numeri da brividi: nell'ultimo decennio, nel 76% dei paesi affiliati alla Uefa (41 su 54) sono stati riscontrati casi di partite manipolate, con coinvolgimento di centinaia tra giocatori, arbitri, dirigenti e allenatori. Tra i primi 20 stati del ranking Uefa, solo Olanda e Russia si sono mantenute immuni dal tarocco, quantomeno a livello di calcio professionistico. Un recente dossier, pubblicato dalla rivista olandese «VI», ha stilato una Euro black list del tarocco, valutando - Paese per Paese - tipologia dell'attività legale, quantità e qualità dei soggetti coinvolti, reiterazione degli scandali.

Ne è uscita una graduatoria che vede l'Italia al secondo posto: Calciopoli e Last Bet sono stati due macini per la credibilità dell'intero sistema. Tra i reati è mancato solo l'omicidio, e forse proprio per questo motivo al primo posto della lista nera compare la Bulgaria, Paese dove negli ultimi 10 anni sono stati assassinati 15 presidenti di club, e una società, il Lokomotiv Sofia, è arrivata a sottoporre i calciatori alla macchina della verità. Calcio e malaffare, ci sono storie per tutti i gusti. La Polonia vanta il record di incriminati (600 persone) e condannati (oltre 350) nell'ambito del calcio scommesse, con addirittura un ex ct della nazionale - Janusz Wojcik - finito dietro le sbarre. In Grecia il crimine organizzato, in combutta con i presidenti di alcune società di A (quello del Kavala è finito in manette con l'accusa di sequestro di persona), si intascava anche 13 milioni di euro a partita. In Turchia il boss del Fenerbahce Aziz Yildirim usava i procuratori come corrieri: giravano in Porsche trasportando contanti, rolex e altri beni di lusso, armati come nemmeno in un film del Padrino.

In Austria il factotum del tarocco era l'ex nazionale Kuljic: nello spogliatoio del Kapfenberg, accanto al tecnico che parlava di tattica alla lavagna, lui e altri gentleman - gli stessi che inviavano sms minatori alle compagne incinte di qualche giocatore troppo restio - davano un altro tipo di istruzioni. In Serbia Dragisa Pejovic è stato minacciato direttamente da un dirigente del suo club, il Borac Cacak. «Se non collabori ti spezziamo braccia e gambe. È questo ciò che vuoi?». In Germania il faccendiere croato Ante Sapina utilizzava anche metodi di tarocco creativi: pagava medici e cuochi di hotel per «avvelenare» i giocatori prima di un incontro. In Inghilterra hanno causato uno shock le intercettazioni dell'ex attaccante del Bolton Delroy Facey, che chiedeva se avesse dovuto eliminare fisicamente un collega delatore.

Nemmeno il paese meno corrotto d'Europa, la Danimarca, è immune al fenomeno, con 6 arresti in B e lo sconsolato commento del capo dell'Unità anti-corruzione: «La tanto attesa perdita della nostra innocenza è arrivata».

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