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Je suis européen

N on so come sia possibile cambiare le regole d'una manifestazione breve come l'Europeo o un Mondiale, ma è paradossale che il Portogallo sia in semifinale senza aver vinto neanche una partita ai tempi regolamentari. L'unico strappo risale al successo sulla Croazia negli ottavi, ai supplementari, dopo aver pareggiato tutte e 3 le gare del girone iniziale: 1-1 con l'Islanda, 0-0 con l'Austria, 3-3 con l'Ungheria. Dell'altra sera il passaggio fra le prime 4 nella lotteria dei rigori a danno della Polonia.

Ancora decisivo il 32enne Ricardo Quaresma, a suo tempo voluto da Mourinho all'Inter e poi cacciato quasi con ignominia: sua la rete ai croati, suo il rigore finale con i polacchi. L'inventore della "trivela", che vanta un curriculum strepitoso con 15 titoli nazionali in 6 club diversi, è riuscito nell'impresa di conquistare le copertina dei media e lasciare nell'ombra Cristiano Rolando. Chi l'avrebbe mai detto? Bisognava essere suo parente o amico di vecchia data per puntare qualche euro su un giocatore che non ha fatto sfracelli nell'ultima stagione con il Besiktas, in Turchia: appena 4 gol in 28 presenze. Per sua fortuna il ct Santos ha creduto in lui e gli ha dato fiducia con i risultati che sappiamo. Invece il Pallone d'Oro è stato quanto meno rimandato dalla critica dopo aver sbagliato gol banali, di cui ben 3 nella sfida con la Polonia. Altrimenti il Portogallo avrebbe fatto strada con maggiore facilità. Ma non si tratta, fate attenzione, d'una sorpresa perché i lusitani per la quinta volta hanno raggiunto le semifinali: 1984, 2000, 2004, 2012 e 2016. Non è un caso, insomma. A dimostrazione di quanto sia cresciuto il calcio di questo paese.

A sua volta, ecco l'altro paradosso, la Polonia è stata eliminata senza mai essere stata in svantaggio una sola volta: 1-0 all'Irlanda del Nord, 0-0 con la Germania, 1-0 all'Ucraina, poi vittoria ai rigori sulla Svizzera dopo che il risultato s'era fermato sullo 0-0 e sconfitta, allo stesso modo, con il Portogallo. E anche in questo caso il giocatore più atteso, Lewandowski, capace di segnare 42 gol con il Bayern e 13 nelle qualificazione agli Europei, ha messo a segno solo l'altra sera la sua prima e unica perla. Un altro dei campioni non pervenuti, io credo, per le fatiche d'una stagione asfissiante che andrebbe rivista a livello di Leghe.

Impossibile pretendere un comportamento diverso da parte delle stelle che non sono robottini in balia del business.

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