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Jindong e Li, 18 miliardi di motivi per dire di sì

A tanto ammontano i patrimoni personali dei due uomini che vogliono Inter e Milan

Jindong  e Li, 18 miliardi di motivi per dire di sì

Un impero dell'elettronica che vuole diversificare e ampliare i propri investimenti oltreconfine e un pool di 7-8 magnati cinesi tra cui spiccano Robin Li, miliardario cofondatore del motore di ricerca Baidu e i soci dall'Evergrande Group, colosso asiatico del real estate. È questo, in sintesi, l'identikit dei prossimi proprietari di Inter e Milan. Sul fronte nerazzurro, dove la trattativa è in via di definizione, si passerà quindi da una proprietà indonesiana a una maggioranza cinese solida e in forte crescita. Il Suning Commerce Group, nato nel 1996, è infatti una catena di distribuzione specializzata in elettronica che spazia dalla vendita di apparecchi tv a quella di frigoriferi e lavatrici. Ma coi suoi 1600 negozi non ha limitato l'attività allargando il business anche ai servizi riguardanti software, installazione e manutenzione di micro-computer, con una piattaforma di e-commerce tra le più cliccate in Asia. Inoltre, negli ultimi anni ha investito nella produzione di contenuti televisivi (con la PPTV) e nella vendita di prodotti sportivi. A tessere le fila di tanti successi, il presidente Zhang Jindong che, secondo Forbes, con un patrimonio di 4 miliardi di dollari, è il 28° uomo più ricco di Cina e il numero 403 al mondo. Un self-made man partito dalla povera provincia di Anhui che, in pochi anni, ha costruito un impero con 13mila dipendenti che vale 16,2 miliardi di dollari e macina ricavi per oltre 17 miliardi (2015). Quotata in Borsa nel 2004 è stata, nel 2013, la prima società straniera di R&S della Silicon Valley ed è ora pronta a buttarsi nel Calcio europeo dopo aver acquisito lo Jiangsu, team della Superleague cinese.

Quanto ai cugini rossoneri, la trattativa non è ancora definitiva, ma sembra che a rilevarne la proprietà sarà un fondo di investimento creato ad hoc con dotazione da 1 miliardo e composto da un pool di investitori tra cui figurano i miliardari Robin Li e i soci del gruppo Evergrande. Classe 68, Li ha un patrimonio stimato in 14 miliardi di dollari e un impero economico che poggia sul motore di ricerca Baidu, da lui fondato. Possiede la società green Hanergy, che commercializza pannelli solari. E l'ultima frontiera del suo impero riguarda la food delivery (la consegna alimentare a domicilio) e l'acquisto online di spettacoli cinematografici e teatrali. La storia di Li comincia nella Silicon Valley agli inizi degli anni '90 con il motore di ricerca Infoseek, da cui ha sviluppato il suo impero con Baidu, poi quotato al Nasdaq nel 2005. Quanto a Evergrande, si tratta di una conglomerata attiva in diversi settori: real estate, finanza, assicurativo, banche, turismo, alimentare. E non manca uno storico impegno nello sport visto che possiede la metà del Guangzhou, la squadra cinese lanciata da Marcello Lippi (mentre l'altra metà è del gruppo Alibaba di Jack Ma). Dietro Evergrande si celano alcuni grandi milionari: il presidente Xu Jiayin, ma anche il magnate di Hong Kong Cheng Yu-Tung e lo stesso Jack Ma, con una quota di minoranza.

Con oltre 20 miliardi di dollari di ricavi (2015), il Wall Street Journal ha definito Evergrande «too big to fail» nonostante gli ingenti debiti.

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