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Jindong: "Mi manda Moratti per rifare una grande Inter"

L'omaggio del nuovo proprietario all'ex patron artefice della trattativa. E Thohir (per ora) resta presidente ma ammette: "Avevo bisogno d'aiuto"

Jindong: "Mi manda Moratti per rifare una grande Inter"

«Ringrazio Massimo Moratti che mi ha spinto a intraprendere questa avventura». La frase clou della conferenza stampa di Zhang Jindong che ha sancito a Nanchino la nuova era dell'Inter è tutta qui, e spiega quanto ancora l'ex patron abbia contribuito al passaggio epocale della società nerazzurra. Da ieri mattina l'Inter dunque è cinese, per la felicità del presidente Erick Thohir che ha trovato la soluzione per liberarsi di qualcosa che stava diventando troppo complicato. È stato insomma il numero uno che ha rimesso in sesto in qualche modo i conti - visto che due anni e mezzo fa la situazione di bilancio era seria, troppo seria - ma sarà (ancora per un po') probabilmente anche il numero uno che la gente non ha troppo amato: molte le differenze culturali tra un tifoso dell'Inter e un businessman indonesiano. Però Thohir va giustamente ringraziato, e alla fine lo ha fatto pure Moratti che ha contribuito a mettere definitivamente in salvo la sua amata Inter, uscendo poi di scena. Anche se solo il tempo, nonostante le smentite, dirà se per sempre. Ora in ogni caso tocca al gruppo Suning, i cui propositi sono ben chiari fin da subito: «Faremo tornare la squadra tra le top d'Europa». E questa è la notizia.

In pratica: Zhang Jindong vent'anni fa aveva un negozio con il fratello e vendeva condizionatori d'aria. Oggi è a capo di uno dei gruppi più ricchi della Cina (15 miliardi di fatturato), ha un patrimonio personale intorno a 5 miliardi di euro, 13mila dipendenti, 1600 store e con l'Inter va a caccia del mondo. E non è solo una questione di gol. Zhang insomma si è convinto che la porta nerazzurra sia l'accesso a qualcosa di più grande: «L'Inter? Fa parte della nostra strategia di diventare leader nell'industria dello sport nei prossimi 5 anni». E in Cina, di solito, non si fanno soltanto promesse.

Resta adesso da sapere cosa sarà del prossimo futuro, ovvero ciò di cui tutti i tifosi dell'Inter sono in questo momento preoccupati. Thohir, che ha ringraziato la famiglia Moratti per «questi anni di partnership», in serata ha precisato che «non venderà il 30% e però nessuno mi crede...». Anche perché non più tardi di un paio di mesi fa aveva detto «non venderò mai l'Inter...». Ieri, in aggiunta, ha ammesso: «Siamo nell'era dei superclub, non posso negarlo, ho bisogno d'aiuto». Tutto questo dopo aver annunciato che la squadra andrà in tournèe in Cina nei prossimi 5 anni e che si aprirà una collaborazione fitta con lo Jiangsu Suning, la nuova squadra-sorella cinese dei nerazzurri («È ovvio che l'appeal della serie A è ben diverso da quello della nostra Chinese Super League», ha detto Zhang). Ma prima, ovviamente, ci sono da sistemare le faccende burocratiche, già da oggi a Milano.

Suning ha acquisto il 68,55% della società con una valutazione totale di 700 milioni, lasciando a Thohir il 31% (lo 0,45% è di proprietà dei piccoli azionisti). Subito ne versa 270 all'indonesiano e ripiana i debiti di circa 330. L'operazione prevede poi un aumento di capitale e una progressiva diluizione delle quote del magnate indonesiano fino alla sua uscita: per ora resta lui presidente, ma il primo nuovo Cda in cui saranno introdotti i rappresentanti di Suning dovrebbe sancirne il distacco. Zhang Jindong ha detto chiaramente che «l'Inter è internazionale, ma rispetta la cultura italiana. Ha una grande storia, ha giocatori di ogni parte del mondo: Zanetti è testimone di questo». E ciò, in sintesi, vuol dire che Javier è appunto in corsa per diventare il nuovo numero uno quando Suning avrà il 100%.

E soprattutto poi c'è il mercato, subito. Ovvero il Faiplay Finanziario della Uefa che verrà affrontato con pragmatismo cinese e con la forza di un investimento totale sulla società che a Nanchino vociferano sia di 1 miliardo di euro. Con la promessa di Zhang di «un flusso continuo di denaro per dare la caccia ai giocatori migliori». A domanda su Yayà Tourè, Thohir ha glissato («a questo punto non sarebbe corretto se ne parlassi io»), mentre Roberto Mancini fa trasparire un certo fastidio per non essere stato finora coinvolto: aspetta di sapere con chi deve confrontarsi e la stagione è praticamente alle porte. Il futuro prossimo dell'Inter insomma è già iniziato e ci sono da registrare le dichiarazioni di Kovacic («torno all'Inter? Mai con Mancini») e del nuovo acquisto Banega, che si è espresso così sulla sua nuova avventura a Milano: «Certe occasioni non si possono perdere».

Come dire: nel posto giusto al momento giusto.

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