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Jorge cala il tris a casa Rossi Sarà un mondiale in famiglia

Per Lorenzo terza vittoria stagionale di fila. Ora è a 6 punti da Vale leader. Il duo Yamaha domina il campionato. Iannone 2° su Ducati

I colori sono quelli sognati. Il rosso e il giallo. Quelli che hanno colorato a festa per tre giorni il Mugello. Ma non sono quelli giusti. Non è il rosso Ducati e nemmeno il giallo energia di Valentino Rossi. Tutta colpa di un perfetto Jorge Lorenzo che vince per la quarta volta negli ultimi cinque anni sui saliscendi del Gp d'Italia. E così il giallo e il rosso sono quelli della bandiera spagnola per quello che è ormai un dominio sulle colline toscane. Eppure il podio lo completano Andrea Iannone e Valentino Rossi per confermare che il rinascimento italiano è realtà. Il ducatista completa il capolavoro della pole con una gara tutta coraggio, stringendo i denti per quella spalla malmessa. Non cede mai, induce all'errore obbligandolo a rischiare niente poco di meno che sua maestà Marc Marquez. Poi nel finale respinge l'assalto di Rossi, che capisce l'antifona e si “accontenta” del gradino più basso del podio. Ed è un bel accontentarsi per sua stessa ammissione dopo una gara difficile, dopo essere scivolato all'undicesimo posto al via. Poi la risalita non velocissima, ma inesorabile. Se li tiene stretti questi punti il Dottore, gli bastano per restare in testa al mondiale, sei punti su Lorenzo, ma sa che a questo punto di fronte al prepotente ritorno di Jorge non può bastare andare sempre a podio. Basterebbe per tenere a bada Marquez che infila un pesantissimo zero con una caduta tanto banale quanto grave, ma rivelatrice di una crepa sempre più larga nel binomio Marc-Honda che ha dominato le ultime due stagioni. Il campione in carica si sdraia sul più bello, dopo aver sfruttato come meglio non si poteva lo scatto al via, subito a ridosso dei primi per scacciare l'incubo del peggior sabato vissuto da quando è sbarcato nella classe regina. Ma a lui manca la saggezza di Rossi, quella che ti fa pensare non all'immediato, ma guardare lontano, leggasi titolo.

E così al Mugello si consuma quel ribaltone “mondiale” che già si era intuito al sabato nella pole. Ed è duello Lorenzo-Rossi, un remake del 2009. Ai tempi fu lotta senza esclusione di colpi, adesso tra i due c'è un affiatamento diverso, i vecchi dissidi cancellati anche se la lotta per il titolo potrebbe “riaccenderli”. Rossi fotografa il momento: «Jorge è in forma, io in difficoltà, momento complicato devo tenere duro». Il compagno di box festeggia la terza vittoria di fila e se la ride dopo un inizio di stagione da dimenticare: «Uno dei miei momenti migliori. Sembra l'anno della Yamaha... Uno tra me e Rossi vincerà».

Quindi sfida a due anche se ridurre già ora la lotta alla coppia Yamaha potrebbe essere prematuro, ma la Ducati ha la zampata non la continuità per pensare a qualcosa di più di una vittoria di tappa o di una pole, come dimostra il ritiro di Andrea Dovizioso ieri al Mugello quando era in piena lotta per il titolo, tradito dalla corona. Diverso il discorso di Marc Marquez, prematuro estrometterlo dai giochi, ma i 49 punti di ritardo iniziano a pesare soprattutto per un pilota che sbaglia un po' troppo complice anche una Honda che non lo asseconda più nei suoi eccessi di guida.

I colori giusti o sbagliati del Mugello hanno già emesso la loro sentenza, parziale ma pesante: per il titolo Rossi e Lorenzo, per Marquez è già vietato sbagliare.

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