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La Juve cerca la laurea, Allegri e il Pipita hanno un tabù da sfatare

Qui il tecnico è sempre stato eliminato, e Higuain non ha mai segnato. E stasera serve un suo gol

La Juve cerca la laurea, Allegri e il Pipita hanno un tabù da sfatare

La Juventus si presenta in una delle migliori università del pallone e chiede ufficialmente la promozione a candidata per la vittoria della Champions. Il Camp Nou al pari del Bernabeu, dell'Old Trafford e della moderna Allianz Arena è una delle cattedrali dalle quali se riesci a uscire indenne, nel caso specifico con la qualificazione alle semifinali, ti dà una nobiltà assoluta. La Signora di Massimiliano Allegri si presenta avendo già dato la prima parte dell'esame, uno scritto in cui non ha sbagliato nulla o quasi, si è meritata un trenta (3-0) che ora deve essere confermato all'orale sul libretto della Champions.

Allegri ha distribuito le dispense, più che altro un bigino alla squadra: «Lucidità, freddezza e grande tecnica». Proprio come un laureando all'ultimo passo, il più grande. Servirà almeno una risposta convincente da tradurre nel gergo calcistico: «Bisognerà cercare di fare un gol», dice Allegri. È un esame per l'allenatore bianconero che da qui è uscito sempre sconfitto, tranne una volta in un girone eliminatorio con il Milan (2-2). I blaugrana ai tempi rossoneri gli hanno ribaltato un quarto di finale, due a zero all'andata, rifilandogli un poker. Quindi qualificarsi al Camp Nou sarebbe per Allegri la definitiva consacrazione.

Un altro in cerca della laurea Champions è Gonzalo Higuain. Non l'ha mai vinta, non ha mai inciso, ha segnato poco rispetto alle medie campionato. Stasera quindi può essere la partita del Pipita in questo stadio monumentale, dove novantamila persone a strapiombo sul campo sono come un muro. Ma dopo i fischi di Napoli il Pipita non teme più nulla, anche se nella casa dei blaugrana non ha mai segnato e nel conto totale, in diciannove precedenti, ha timbrato solo tre volte il tabellino dei marcatori. E in questa Champions nella fase a eliminazione diretta è ancora a secco. Serve il suo contributo realizzativo, ma servirà soprattutto la sua intelligenza tattica e la sua capacità tecnica di tenere palla, far risalire la squadra e magari innescare le ripartenze con una delle sue giocate. Se all'andata è stata la partita di Dybala, questa può essere quella di Higuain. Che ieri su Instagram è entrato in clima: «Pronti per la battaglia con i miei fratelli». E foto con la Joya e Dani Alves. Già il terzino brasiliano che torna a casa per la prima volta da ex: «Sarò sempre tifoso del Barça, ma come mi hanno trattato non lo dimentico, mi hanno fatto fuori...». Sa cosa lo aspetta, Dani: «Servirà uno sforzo enorme... Percentuali? Direi nessuna per il Barcellona, ma per rispetto dico 60 Juve e 40 Barça...». Esame anche per la società che prima di Calciopoli fatturava più dei blaugrana e dieci anno dopo poco più della metà: 341,1 contro 620,2. I conti dicono che non ci sarebbe partita, il campo per ora ha detto altro. Però passare garantirebbe ad Agnelli dieci milioni, quindi sarebbero già cento (97,5) i milioni solo di premi messi in cassaforte in questa Champions.

L'esame della Signora si terrà al Camp Nou dove i blaugrana vincono da quindici partite di fila in Europa e in questa Champions hanno collezionato un 7-0, due 4-0 e un 6-1, la famigerata remuntada contro il Psg. Luis Enrique e Iniesta hanno ribadito che il Barcellona sa giocare solo in un modo: all'attacco. Prenderà rischi, tanti e grandi, il Barcellona, la Juve dovrà cogliere l'attimo in cui fargli male. Contro i francesi Luis Enrique aveva sognato il risultato, stavolta dice «nessun sogno». Poi aggiunge ai limiti dell'arroganza: «Se ne fanno uno, noi ne facciamo cinque; se ne fanno due, ne facciamo sei». Allegri: «Spero non sia un veggente... Comunque conosco le loro debolezze». E soprattutto chiede ai suoi «la testa per resettare il tre a zero, la forza mentale per gestire gli imprevisti della partita».

La laurea è questione di psicologia. Il Barcellona attaccherà, la Juve non dovrà accontentarsi di difendere il vantaggio, ma di andare a zittire ogni accenno di entusiasmo del Camp Nou.

Servirà un altro capolavoro per completare l'opera.

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