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Juve e Barcellona Vale triplo la loro Champions

I catalani hanno appena vinto la coppa nazionale. Sabato a Berlino caccia allo storico en plein. L'incubo della Signora: la finale con l'Ajax del '73 e Messi che sembra Cruyff

Hristo Stoickov ha scritto un tweet velenoso spedito al Real Madrid: «Avete visto come si vince una finale?». Qualsiasi riferimento dell'ex artista bulgaro del Barcellona e del Parma, tra altre cento squadre, alla serata di coppa del re, conquistata dal Barcellona sull'Athletic Bilbao, è puramente voluto. Stoickov vinse la coppa dei campioni nell'estate del 1992 contro una italiana, la Sampdoria di Vialli. Anche in questo caso qualunque riferimento crea ulteriori ansie in casa juventina.

Si va verso l'ultima stazione del viaggio europeo, Berlino, tra progetti e pensieri. Guardi due e prendi tre è lo slogan di questo grande magazzino di champions, là dove Barcellona e Juventus inseguono due traguardi sicuri in una sola sera: la vittoria e il triplete. Risultato storico per la Juventus che mai avrebbe potuto immaginare di ritrovarsi a sfidare i colossi catalani, dopo aver vinto il quarto titolo consecutivo e una coppa nazionale che non otteneva da vent'anni; traguardo più normale, invece, per una squadra, quella di Luis Enrique, che dispone di tre tenori che da soli hanno già fatto la cronaca della Liga e della coppa di Spagna e stanno per fare la storia di questa champions.

Ai nostalgici juventini torna alla mente la finale di Belgrado, ormai lontanissima, quando nel '73 la Juventus in finale affrontò l'Ajax di Cruyff. Oggi Messi vale quel fenomeno olandese che indossava la maglietta numero 14, a Barcellona Cruyff ha lasciato il segno e una scuola esaltata dall'allievo Guardiola, ritoccata da Luis Enrique (che Cruyff non ama particolarmente). Oggi il Barcellona ha lo stesso censo di quel gruppo di Amsterdam che segnò davvero una svolta nel calcio europeo e mondiale. Finì con un gol di Rep dopo minuti cinque e non ci fu altra partita. La Juventus di oggi ha maturità diversa, i suoi stranieri non sono reduci e sopravvissuti come lo erano Haller e Altafini, dunque il campo darà la risposta necessaria ma il Barcellona sembra appartenere ad un'altra galassia (i bookmakers danno quote significative, vittoria del Barcellona a 1,3, vittoria della Juventus a 3) anche perché ha davvero un marziano tra i terrestri. Lionel Messi non si discute. Si osserva come un fenomeno. Lionel Messi è il football nel senso naturale, immediato, non c'entra nulla con gli schemi, la lavagna tattica, le ripartenze e l'uno contro uno, anche se esiste una corrente di pensiero che sostiene il contrario ed è giustamente ridicola.

Juventus contro Messi, anche se Allegri cerca di togliere apprensione. Il Barcellona di Luis Enrique non è quello di Guardiola perché ha un attaccante in più che porta il nome di Luis Suarez, soltanto omonino del grandissimo Luis Miramontes Suarez che da Barcellona venne a Milano a vincere tutto e a insegnare football con i piedi e non con i denti della bocca. Fine del tiki taka e avanti con il football pratico, si gioca per fare gol, possibilmente in modo veloce e quando si ha a disposizione un trio composto da Suarez, Neymar e Messi il disegno tattico è una nota a margine, importante ma non decisivo. Lo sa Allegri che in questo senso ha tre uomini capaci di ribaltare il gioco, Pogba, Pirlo e Tevez.

La Juventus svogliata di Verona non avrebbe alcuna possibilità a Berlino, battuta ancor prima di giocare ma nessuno può sapere e prevedere come potranno essere «la testa e il corpo» dei tre juventini e dei loro colleghi, sabato sera.

I dubbi di Allegri sono legati al recupero di Barzagli, come Luis Enrique si ritrova con Iniesta intossicato nei muscoli delle gambe. Le preoccupazioni di Allegri riguardano Narciso Pogba, quelli di Luis Enrique l'eventuale nervosismo di Suarez e Neymar contro i difensori italiani.

Lo stato di salute fisica e psicologica delle due squadre è al massimo, ieri, riposo per entrambe, poi 5 giorni dedicati allo studio, alla preparazione, all'allenamento.

Sarà la settimana più lunga dell'anno.

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