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La Juve entra nel futuro per la prima volta senza i 4 moschettieri

Buffon e Barzagli in panchina, Chiellini ko Bonucci via: dopo 7 anni difesa tutta nuova

La Juve entra nel futuro per la prima volta  senza i 4 moschettieri

Torino - Prove di futuro. Senza più Bonucci, la Juventus oggi pomeriggio ospiterà il Chievo con una difesa che tirerà una riga sul passato nemmeno troppo recente. Perché Buffon resterà a riposo, Chiellini deve ancora recuperare dal guaio muscolare che gli ha impedito di giocare anche in nazionale e Barzagli risulta tra i convocati ma ha appena usufruito di due giorni di riposo. Tradotto: non solo è stata archiviata la BBC (Barzagli, Bonucci, Chiellini) per ovvi motivi, ma la formazione odierna non contemplerà la presenza di Buffon e, insomma, l'assenza contemporanea dei Magnifici Quattro non potrà non notarsi. Tanto per rendere l'idea, l'ultima volta in cui la Signora ha schierato una retroguardia senza nessuno di loro risale al 3 aprile 2010: in panchina Zaccheroni, Udinese-Juventus 3-0 e reparto formato da Manninger, Zebina, Legrottaglie, Cannavaro e De Ceglie. Nel calcio odierno che tutto trita e consuma, una vita fa davvero. Anche perché poi la cronaca è diventata storia fino a tramutarsi in leggenda, arrivando infine al giorno in cui Bonucci ha tolto il disturbo e, adesso, a una serie di concomitanze che rendono la partita odierna contro il Chievo una specie di porta sul futuro. Quella di oggi e magari pure quella di un domani sarà quindi difesa da Szczesny, polacco che ha lasciato Roma e la Roma per sposare il bianconero: davanti a lui, Lichtsteiner favorito su De Sciglio, poi Hoewedes, Rugani e Alex Sandro.

A modo suo, si tratta allora di un evento pure questo. Damigella d'onore sarà il Chievo, che a Torino non ha mai vinto (dieci successi bianconeri e quattro pareggi) e che l'anno scorso venne battuto 2-0 con doppietta di Higuain. Ecco, il Pipita: «La sosta gli ha fatto bene ha spiegato Allegri . Fisicamente perché aveva bisogno di lavorare, mentalmente perché l'esclusione dalla nazionale lo ha motivato ancor più per convincere il suo ct a chiamarlo la prossima volta». C'è insomma da attendersi un Higuain arrabbiato e famelico, al cui fianco non è così scontata la presenza di Dybala, reduce dalla trasferta intercontinentale e magari preservato per martedì. Quando la Juventus esordirà in Champions al Camp Nou, contro il Barcellona «in un girone che sarà molto equilibrato ha ribadito Allegri -. L'obiettivo sarà fare almeno nove punti e passare il turno, non importa se da primi o da secondi. Siamo arrivati in finale sia vincendo il girone che no: cambia poco». Non pare un volere mettere le mani avanti, semmai consapevolezza del fatto che si tratterà soltanto del primo impegno del girone. «Intanto, però, pensiamo al Chievo e basta: nessun turnover scientifico». Un occhio di riguardo ai blaugrana, però, sì. E allora in campo, detto della difesa, ci saranno certamente i nuovi Matuidi e Douglas Costa, con possibile conferma del centrocampo a due e Mandzukic in attacco. «Più forti dell'anno scorso? La teoria non conta. Quel che importa è la pratica, ovvero trovarci a marzo in lotta su tutti e tre i fronti, anche se quest'anno la coppa Italia anticipa i tempi e a dicembre avremo già i quarti di finale. Badiamo al sodo: ci aspettano sette partite in un mese, di cui due di Champions. Adesso inizia la stagione vera». Con il mercato finalmente alle spalle («sarà utile a tutti chiuderlo prima, ma bisognerà anche ripensare i tempi di quello invernale»), la nazionale archiviata per un po' («troppe critiche, ma non dimentichiamo quali sono le caratteristiche del nostro calcio: dobbiamo fare le cose che sappiamo fare») e il desiderio di buttarsi a capo fitto nella nuova avventura.

Entrando nel futuro con una difesa tutta nuova, ma rimanendo sempre la Juventus.

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