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Per la Juve è già match point ma Allegri ha l'incubo Berardi

Il pari della Roma lancia i bianconeri. Il tecnico ritrova il bomber che causò il suo esonero con il Milan. "Non mi fido, basta l'1 a 0"

Per la Juve è già match point ma Allegri ha l'incubo Berardi

Se qualcuno pensa ancora che esista una lotta scudetto, alzi la mano. Gli otto pareggi della Roma nelle ultime nove partite hanno annacquato tutto: il campionato non ringrazia, la Juventus sì. E stasera, tanto per gradire, la Signora potrebbe allungare ancora di più: magari non ce ne sarebbe nemmeno bisogno, però vuoi mica sprecare l'occasione di infliggere un altro colpo al morale della concorrenza? Avversario (allo Stadium) il Sassuolo che tremare il mondo non fa dal momento che arriva da tre sconfitte in fila: non ditelo però ad Allegri, il quale giustamente sostiene che «basterebbe una vittoria per 1-0, bisogna essere concreti e basta». Poi lui e i neroverdi non è che vadano molto d'accordo: si sono amati parecchio quando hanno festeggiato insieme lo storico approdo in serie B nella stagione 2007-08, ma al Mapei Stadium l'attuale tecnico juventino ci ha rimesso la panchina del Milan (ko per 4-3, poker di Berardi) e pochi mesi fa pure la sua Juve visse una serata particolare venendo fermata sul pareggio. Vero che oggi si giocherà a Torino, però è sempre meglio tenere le antenne dritte pur se la concorrenza dorme. Dopo di che, la Signora arriva dal ko in Coppa Italia contro la Fiorentina e allora oggi ci sono da attendersi undici bianconeri arrabbiati, motivati e magari pure feroci nel senso agonistico del termine. «Rifarei comunque le stesse scelte di formazione - ha puntualizzato ieri Allegri -. Anche io vorrei vincere sempre, ma abbiamo analizzato serenamente la partita e, a parte i primi sette minuti del primo tempo, la prova è stata buona pur sapendo di dovere evitare certe disattenzioni sulle ripartenze degli avversari. È normale che ora la Fiorentina abbia un vantaggio, ma la Juve può tranquillamente andare a Firenze a segnare due gol». Tanto per non abbandonare l'obiettivo della decima Coppa Italia, sia chiaro.

Nel frattempo, però, testa al tricolore e a una difesa da sistemare, perché s'è rotto Caceres (frattura del malleolo, operato oggi) e 8 gol presi in sei partite sono troppi: «Dobbiamo lavorare sull'attenzione e cambiare qualche posizione in campo: su palla inattiva abbiamo subito troppo». Il tutto, ovviamente, soprattutto in ottica Champions dove non saranno ammesse distrazioni tipo quelle di concedere a un avversario 60-70 metri di fuga palla al piede con gol incorporato: «Farsi fare due reti come quelle di Bruno Peres e Salah è un record anche quello». Si scherza, allora. La classifica lo permette, la Coppa Italia un po' meno ma non c'è voglia di drammatizzare nulla: «Non siamo preoccupati, stiamo facendo una stagione importante essendo sempre in lotta su tutti i fronti. Pare scontato che la Juve debba vincere il quarto campionato di fila, ma era fuori di testa chi pensava che avremmo vinto il titolo a febbraio. Si è perso un po' di entusiasmo, ma conquistare quattro titoli consecutivi è impresa riuscita a pochissime squadre italiane. Detto questo, il campionato non è ancora finito».

In effetti, nella lotta per le piazze d'onore non lo è: lo sa benissimo anche Allegri.

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