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Juve al minimo ma centra il tredici

L'autogol di De Maio regala il primato di successi di fila Il Genoa lotta fino alla fine. Zaza fallisce il ko e si fa espellere

Juve al minimo ma centra il tredici

Torino. Non la miglior Juventus della stagione, decisamente. Ma comunque sufficiente per battere il Genoa e raccogliere la tredicesima vittoria consecutiva in campionato, salutando così il precedente record di Conte e facendo trascorrere a Buffon una tranquilla serata da spettatore. A decidere, una delle poche giocate degne di questo nome viste in un primo tempo trascorso sotto ritmo: una giocata che nemmeno avrebbe però previsto un tiro in porta, dal momento che il guizzo di Cuadrado sulla destra aveva fruttato una palla messa in mezzo. Peccato per il Genoa che, andato per margherite Izzo, De Maio non sia riuscito a fare altro che intervenire in scivolata mandando fuori tempo Perin: si era arrivati alla mezzora e nulla in pratica era successo, perché Gasperini aveva imbrigliato il 3­5­2 bianconero con uno schieramento quasi a specchio, piazzando Ntcham su Marchisio e chiedendo agli esterni Cerci e Gabriel Silva di rimanere sempre molto alti. La Signora forse non ne rimaneva sorpresa, ma certo non riusciva a proporre con decisione il proprio calcio: soltanto in un'occasione Dybala aveva trovato il pertugio giusto puntando l'area avversaria partendo da metà campo, ma il suo sinistro era finito a lato non di molto. Tutto lì, in sostanza, il fatturato prodotto nel primo terzo di gara: il Genoa pareva sempre attento, sulla destra sfruttava Ansaldi e Cerci per mettere in qualche difficoltà Evra (poi sostituito per un problema all'inguine: ennesimo guaio muscolare della stagione) e comunque non soffriva quasi mai. Quando però si hanno in squadra giocatori in grado di saltare l'uomo, la soluzione può arrivare in qualsiasi momento. Detto e fatto, quando Cuadrado innestava la marcia giusta: bravo lui, arrivato al terzo gol stagionale (i precedenti, sempre allo Stadium, contro Torino e Fiorentina), ma a dir poco ingenua la difesa rossoblù a farsi cogliere impreparata. La Juve avrebbe anche potuto raddoppiare a inizio ripresa, dopo che Allegri aveva deciso di rispedire Morata lento e prevedibile ­ dietro la lavagna: appena entrato, però, Zaza (una rete ogni ottanta minuti fino a ieri) faceva fare un figurone a Perin e nulla accadeva. Pure Gasperini si dava una mossa, chiedendo a Capel e Suso nuovo brio, tornando al 4­3­3 e immaginando di potere almeno arrivare dalle parti di Buffon: come non detto, invece. La Juve non rischiava praticamente mai, la serata si trascinava stancamente verso la fine (pessima notizia, però, l'infortunio a una caviglia di Caceres) e i bianconeri potevano mandare in archivio l'ennesima vittoria nonostante il rosso a Zaza nel finale: in campionato non sanno fare altro dal derby contro il Toro dello scorso 31 ottobre (gol di Cuadrado, guarda caso, in pieno recupero), hanno subìto una sola rete nelle ultime sei partite (da Cassano) e, insomma, se la spassano contro chiunque gli si pari di fronte nonostante le assenze.

Domenica, a Frosinone, ultima tappa di avvicinamento alla sfida delle sfide contro il Napoli di sabato 13: per quella sera, meglio non prendere impegni.

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