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Juve ok, aspettando Pjanic il dopo Pogba è Khedira

L'ex giallorosso ancora fuori: decide il tedesco Allegri: "Paul mi manca... nelle sfide a basket"

Juve ok, aspettando Pjanic il dopo Pogba è Khedira

Come vincere una partita perdendo 25 palloni nel primo tempo, tirare verso la porta avversaria solo nel secondo (anche se più volte contro nessuna della Lazio) e tenere in panchina due dei tre acquisti da 145 milioni totali per più di un'ora. Sami Khedira fa il bis del gol segnato alla Fiorentina - quattro reti e un assist nelle ultime sei partite - e la vittoria della cinica ma solida Juventus è confezionata.

Aspettando Pjanic e l'ultimo eventuale colpo di mercato (sfumato Matuidi come ammesso anche da Marotta prima del match, restano nel mirino Luiz Gustavo e Sissoko) il dopo Pogba è tutto nei piedi del tedesco di cittadinanza tunisina. «Un grande professionista e di spessore diverso dagli altri», dirà di lui nella pancia dell'Olimpico Allegri. Che non si dice orfano del francese approdato allo United: «Mi manca perché con lui giocavo a porticine o a basket...- scherza il tecnico bianconero -. Non è facile integrare cinque giocatori nuovi e in generale sono contento della rosa». Ovvio però che attenda la ciliegina sulla torta promessa dai suoi dirigenti.

Nel frattempo la Juve ha già l'aspetto di squadra cannibale che mette tutti in fila, prima delle gare domenicali, grazie a un incipit stagionale contrario rispetto alla passata stagione: l'anno scorso la zuccata del romanista Dzeko all'Olimpico relegò i bianconeri a quota 0 dopo 180', ora dopo la nuova tappa romana di agosto il bottino di punti è pieno con le due vittorie di misura. Un messaggio chiaro alle avversarie alle quali non si vuole concedere alcun vantaggio di sorta.

Non sarà spettacolare la Juve di inizio annata, ma sicuramente pratica anche in un pomeriggio di gran caldo che regala anche il primo time-out della storia della serie A. Su richiesta del tecnico laziale Inzaghi, infatti, l'arbitro Guida concede lo stop di sessanta secondi al 27' del primo tempo, eventualità prevista dal regolamento sin dal 2014, quando la Fifa lo introdusse per la canicola brasiliana durante il Mondiale.

La sfida non propone emozioni nella prima frazione, con un equilibrio sancito anche dal possesso palla identico delle due squadre e dalla buona interdizione del centrocampo laziale. Finché la truppa di Inzaghi ha energie e fiato, la partita resta in bilico, anche se Marchetti aveva dovuto superarsi su Dybala (partita generosa la sua pur senza reti) dopo dieci minuti. La Lazio, invece, nonostante la grinta di Immobile non arriva mai dalle parti di Buffon tranne quando Benatia chiude in extremis l'attaccante azzurro.

La Juve vince così la gara con pazienza, strategia inversa rispetto alla partita con la Fiorentina in cui c'era stata una partenza sprint. La corsa e l'aggressività del secondo tempo fanno la differenza come la stoccata di Khedira in area, nata anche da un clamoroso liscio di Biglia sul lancio di Dybala. La squadra di casa arriva al tiro solo sui titoli di coda con Parolo (merito della Bbc con Benatia che non fa rimpiangere Bonucci, a casa per motivi familiari: anche uno striscione dei tifosi per lui e il figlio ammalato) e aspetta dal mercato il sostituto di Candreva, che non sarà Cerci, oltre che di risolvere la situazione di Keita che alla fine potrebbe anche rimanere a Formello.

Nel primo giorno in cui Higuain non fa gol alla Lazio in carriera (ma in soli 23 minuti non era semplice), resta il tabù biancoceleste contro la Juve: 13 anni senza vittorie.

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