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La Juve passa col rosso e il Napoli resta al palo Il campionato non c'è più

L'espulsione di Meret lancia i bianconeri sul 2-0 Callejon-gol 10 contro 10, Insigne sbaglia il rigore

La Juve passa col rosso e il Napoli resta al palo Il campionato non c'è più

dal nostro inviato a Napoli

Parlare di delitto perfetto potrebbe risultare esagerato. Ma scrivere il game over al campionato a marzo e nella notte più significativa, quella di Napoli, dà il senso di un campionato di fatto mai in discussione. La Juventus taglia, ormai è ufficiale, il traguardo dell'ottavo scudetto di fila e lo fa al San Paolo - il campo dei rivali nella griglia di inizio stagione - con un cinismo quasi chirurgico, ovvero sfruttando gli episodi concessi dagli azzurri, e soffrendo paurosamente soprattutto nel secondo tempo le folate offensive di un Napoli sfortunato, orgoglioso e mai domo.

La gara generosa e di carattere la fa proprio la squadra partenopea che voleva evitare che il discorso scudetto si chiudesse proprio al San Paolo, i tre punti se li prendono i bianconeri. Pragmatismo all'ennesima potenza, dunque, come è nelle corde di un Allegri che in questo ha una mentalità simile ad Ancelotti (lo ha riconosciuto lo stesso tecnico del Napoli). Ecco confezionato il +16, un distacco da record dopo 26 giornate senza macchia per la truppa di Allegri che fa calare il sipario sulla corsa scudetto e mette nella bacheca juventina un altro record, quello dell'imbattibilità per 26 gare consecutive in trasferta.

Fatale l'errore di Malcuit, dopo 24 giri di lancette, che lancia Ronaldo verso la porta, costringendo Meret a un intervento non evidente ma da ultimo uomo che costa al portiere il rosso (Irrati al Var conferma la decisione di Rocchi, Ancelotti protesterà per tutta la gara con il quarto uomo Piccinini per l'episodio) e al Napoli il sacrificio di Milik, perfetta l'esecuzione di Pjanic - alla prima esecuzione stagionale dalla sua mattonella ma capace di rovinare la sua gara con due gialli evitabili che riequilibrano le forze in campo - precisa la zuccata di Emre Can su assist di Bernardeschi. Meno preciso e più sfortunato Zielinski che sullo 0-0 manca di un pelo la porta e nell'azione successiva al fattaccio coglie il palo. Palo che ferma anche la conclusione di Insigne dal dischetto - continua il periodo no per il neo capitano azzurro che in serie A è al secondo errore dal dischetto sempre con la Juve - sui titoli di coda del match (rigore segnalato dal Var per il tocco di braccio di Alex Sandro) dopo che Callejon aveva ridato speranze alla squadra di casa.

Resta lo zero gol all'attivo per Ronaldo contro il Napoli (il portoghese scuoterà la testa rivolto alla panchina di fronte al forcing incessante del Napoli che avrebbe meritato qualcosa di più) ma forse meglio tenersi qualche cartuccia per l'Atletico Madrid fra 8 giorni.

Il 3 marzo resta dunque una data fondamentale nella storia recente della Juve: dodici mesi fa quel gol di Dybala all'Olimpico contro la Lazio in pieno recupero, unito al ko casalingo del Napoli con la Roma, diede una sterzata importante, ieri è addirittura arrivata la parola fine sulla corsa al titolo. Con un Napoli che si rammarica per una notte amara e piena di rimpianti. Data ormai per scontata la dittatura nazionale della Juve, resta il traguardo europeo da sfatare. Dalla notte del 12 marzo passerà anche il futuro di Allegri. «La sua permanenza non dipende dal risultato di una partita di Champions, dopo la gara si vedrà con il presidente, poi parleremo tutti insieme e capiremo il da farsi», così il ds Paratici.

Il tecnico intanto incamera il suo quinto scudetto di fila, il resto della storia lo scriverà un'altra notte di fuoco allo Stadium.

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