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La Juve vuole sapere la verità: gladiatoria o signora svanita?

Greci forti in casa, bianconeri in serie negativa fuori Allegri parla di difesa a 4, dubbio Pirlo-Marchisio

La Juve vuole sapere la verità: gladiatoria o signora svanita?

Champions, il pane si fa duro. Nemmeno il Sassuolo è stato morbido, contro la Roma poteva essere una storia rovesciata. Se la Juve ha ascoltato il tintinnare sinistro di certi campanellini, stasera dirà tutta la verità sul suo calcio attuale e magari sulla stagione. Gladiatoria o Signora svanita che perde il reggicalze? Invitante l'arena: lo stadio dell'Olympiakos è un catino da resa dei conti. «Stadio bollente, da incutere timore», ha raccontato Buffon. Si chiama Karaiskakis, ha messo fondamenta da tre secoli al Pireo, rinnovato e poi ricostruito ha preso il nome da Georgios Karaiskakis, comandante supremo durante la rivoluzione del 1821. C'è il tanto per creare l'atmosfera giusta. L'Olympiakos, non fenomenale in campionato (terzo in classifica), è stravagante in Europa: sostanzioso in casa (4 vittorie interne di fila) dove ha sforacchiato l'Atletico Madrid, pollastro invece nella trasferta a Malmoe.

E la Juve, a sua volta, deve invertire la tendenza sua (bene in casa, ko a Madrid) ma anche quella dei greci. Nel perfetto equilibrio del girone (tutte a tre punti), questa serata può dare la chiave di interpretazione. Allegri è andato per sintesi: «Non decisiva, ma importante». La Juve non è gran cosa nelle trasferte di Champions, perde da tre match consecutivi, ultimo risultato utile l'1-1 a Copenaghen nel settembre 2013. Nel caso di sconfitta, sarebbe record negativo eguagliato tra Champions e coppa Campioni (1977-78, 1980-1981, 2001-2002). Pensate al povero Allegri: uno smacco che non gli augurerebbe neppure Antonio Conte, che pur ha contribuito al meglio dei suoi limiti.

Per ora Allegri ha nascosto le tensioni sotto un risolino, una manciata di notizie, qualche dubbio e sette certezze. «Vi dico quelli che giocano», ha abbozzato ieri con eccesso di disinvoltura. «Quattro difensori, Lichtsteiner, Ogbonna, Bonucci, Chiellini, oltre a Buffon. Tevez e Vidal». Per gli altri, ha sottinteso, tirate ad indovinare. Chiunque avrà notato la finezza: il tecnico ha parlato di quattro difensori, come se la difesa ripudiasse il famoso trio di Conte per adeguarsi alle idee del nuovo allenatore. Stasera si vedrà. Più seri i dubbi tra Pirlo e Marchisio, o magari l'idea di mandare in campo i quattro migliori centrocampisti inventando davvero un 4-4-2 con Llorente e Tevez in attacco. L'alternativa più chiamata dice, invece, Asamoah a centrocampo e quel tarlo che suggerisce ad Allegri di mandare Marchisio in campo, a prescindere: quindi con o senza Pirlo. In aggiunta non va dimenticato che Vidal potrebbe avere tenuta limitata. Ma poi tocca al campo, come dice Buffon che ha raccontato di essere pronto a firmare il nuovo contratto a Torino. Mentre ad Atene...«Dovremo dare indicazioni precise e convincenti sulla nostra forza». Senza più pensare alla polemiche post Juve-Roma. «La vita va avanti, le sfide sono continue», la risposta a De Sanctis.

Ad Atene ricordano ancora quel 7-0 del dicembre 2003 subito in Italia: indigesto il ricordo, ma quella era un'altra Juve e un'altra epoca del nostro pallone. Difficile ritrovare certe magie. Invece questa Juve d'Europa si sta ancora interrogando sulle sue qualità e sul “vero o falso“ visto nella partita con l'Atletico Madrid. Allegri se la gioca da squadra venuta dalla provincia, non certo metropolitana: «Dovremo limitare le loro caratteristiche migliori con grande intensità. Abbiamo grande rispetto per l'Olympiacos. Hanno battuto l'Atletico, giocano un buon calcio. Hanno un tecnico che sta portando la mentalità spagnola». Vero, ma non è detto che la mentalità italiana sia poi da buttare.

Basta saperla maneggiare.

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