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Kaepernick, l'inchino vale 80 milioni

Discriminato per il gesto antirazzista. La Nfl lo risarcisce per evitare la causa

Kaepernick, l'inchino vale 80 milioni

L'inchino più famoso dello sport vale tra 60 e 80 milioni di dollari. La protesta del quarterback dei San Francisco 49ers Colin Kaepernick è dell'estate 2016. Il regista afroamericano della squadra rosso-oro della Baia decide di inginocchiarsi (imitato dal compagno Eric Reid) durante l'esecuzione dell'inno nazionale americano, che il protocollo Nfl prevede all'inizio di ogni partita della stagione. Quel piegare il ginocchio e il capo, nel suo caso un enorme cesto di riccioli scuri, è una denuncia muta delle condizioni degli afroamericani: maltrattati, vessati, poco considerati dalla società e dalla politica americana.

Il gesto deflagra. Viene imitato sui campi da football e anche da altri sportivi americani. A gennaio 2017 alla Casa Bianca arriva Donald Trump. Il tycoon ha una sconfinata passione per il football, ma allo stesso tempo una profonda avversione per i gesti dimostrativi. Arriva il divieto di dimostrare durante l'esecuzione dell'inno. Kaepernick va avanti. Il presidente si spinge a chiedere ai presidenti della lega di «mettere fuori squadra» gli atleti che protestano in campo. Il numero 7 dei 49ers finisce dritto tra gli svincolati, contratto non rinnovato dalla sua franchigia. Appassionati ed esperti prevedono per lui un «ripescaggio» rapido: è un quarterback di valore, lancia, ha visione, corre. Farebbe comodo un po' a chiunque in giro per la Nfl. Ma nessuno ci pensa, mai. L'ostracismo prosegue, anche in tutta questa stagione Colin non trova un contratto.

O meglio uno lo trova. È la Nike, il colosso dell'abbigliamento sportivo mondiale, che lo sceglie (in guerra aperta con Trump) come volto simbolo della sua campagna pubblicitaria a settembre 2018. Lo slogan non lascia neanche uno spiraglio per un fraintendimento: «Credi in qualcosa. Anche se significa sacrificare tutto». Kaepernick potrebbe farselo tatuare sulla pelle. La sua lotta contro il sistema si chiude prima di arrivare dentro un'aula di tribunale. La Nfl per evitare l'arbitrato di aprile, che l'avrebbe vista impegnata in una battaglia legale contro il suo ex giocatore con conseguente sovraesposizione mediatica, gli ha riconosciuto un mega risarcimento, tra i 60 e gli 80 milioni di dollari. E, tecnicamente, Colin da settembre potrebbe anche tornare a giocare in Nfl. Se qualche squadra si ricorderà di lui.

O avrà coraggio di crederci.

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