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Kalinic è il re di San Siro, il Milan va

Show del croato che con una doppietta piega l'Udinese. Il Var annulla un gol per parte

Kalinic è il re di San Siro, il Milan va

Il fattore K qui inteso come Nikola Kalinic rimette il Milan sui binari giusti del campionato. Suoi i due squilli di tromba che consentono a Montella di riprendere il cammino interrotto dalla stangata della Lazio e di pensare ancora positivo per il futuro. Intendiamoci subito: non tutte le ombre e i dubbi sul conto della sua nuova armata rossonera sono fugati, come dimostrano gli affanni traditi nell'ultimo quarto di sfida con l'Udinese, poco incisiva in attacco ma capace di tenere sotto pressione Donnarumma e i suoi sodali di difesa nella quale non brilla certo la stella di Bonucci. Lui che rappresenta la guida del nuovo sistema di gioco finisce spesso in grave difficoltà perdendo alcuni duelli persino con Maxi Lopez che non è certo un fulmine di guerra. Meglio da secondo regista, nei lanci invece che nelle chiusure puntuali. A dire il vero anche Romagnoli «buca» un rinvio elementare che consente a Lasagna di raggiungere comodamente il primo pari. Ecco allora la prima differenza rispetto a un anno fa: il Milan di un tempo sarebbe andato in tilt dopo lo sfondone. Qui invece, nel giro di 3', si riprende tutto, il controllo del gioco e il vantaggio grazie al guizzo vincente di Kalinic, rapace sotto porta come solo Pippo Inzaghi nel passato. Due volte il croato brucia sul tempo prima Danilo e Scuffet e poi Samir riconsegnando all'attacco rossonero il primato dell'area di rigore. Esaltato dalle scorribande di Calabria e Rodriguez che almeno per un tempo producono pericoli in sequenza.

Il primo limite da segnalare è quello antico: il Milan non riesce a chiudere la sfida al cospetto di un rivale apparso fragile in difesa e poco appariscente in attacco nonostante i cambi effettuati da Delneri, costretto dal mercato a rinunciare a un paio di attaccanti come si deve (Zapata e Thureau). Per i miracoli il tecnico friulano non è ancora attrezzato. È vero il 3-1, sempre di Kalinic, è annullato dal Var per questione di millimetri. Ma l'intervento in regia di Abisso pareggia quello più evidente effettuato nel primo tempo (fuorigioco di Lasagna non segnalato dall'assistente Lo Cicero che è meno dotato del collega De Meo). Altre perplessità: il nuovo ruolo ritagliato a Suso, utilizzato in zona centrale come partner di Kalinic, da seconda punta insomma. «Sono convinto che farà sempre meglio in questa posizione» è la fede di Montella, che deve invece lavorare sodo per convincere lo spagnolo e renderlo utile come ai tempi dei suoi dribbling sul binario di destra. «Dopo questa partita saremo una squadra migliore» l'altro pronostico del tecnico che ha la possibilità di cambiarne cinque rispetto a Vienna e di far intervenire nel finale un paio di sostituti come Calhanoglu e Locatelli, non proprio brillanti nel prendere parte alla fase più delicata del pomeriggio.

Il fattore K decide, d'accordo, ma nel frattempo è già possibile ammirare il genio geometrico di Lucas Biglia. Ha ragione Simone Inzaghi: «è il miglior play europeo». E San Siro apprezza le prime esibizioni dell'argentino che ha già la bacchetta del gioco tra le mani ricevendo dagli altri il riconoscimento simbolico del suo talento. Appena sono in difficoltà, palla a Biglia che di prima o in dribbling tira tutti fuori dai guai.

Un centravanti e un regista: il nuovo Milan comincia a prendere forma.

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